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Il pessimismo della ragione

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Ho letto, con molto interesse, l’intervista al Sindaco di Biella pubblicata su questo giornale sabato scorso.  Ho ritrovato molte delle considerazioni che, giusto una settimana prima, avevo letto su un altro giornale, ma ho colto anche alcune interessanti novità. La prima è sicuramente accattivante: “ridurremo le imposte”.

Ho letto, con molto interesse, l’intervista al Sindaco di Biella pubblicata su questo giornale sabato scorso.  Ho ritrovato molte delle considerazioni che, giusto una settimana prima, avevo letto su un altro giornale, ma ho colto anche alcune interessanti novità. La prima è sicuramente accattivante: “ridurremo le imposte”.

A ben guardare, anche se Cavicchioli non la rivendica come scelta della sua amministrazione ricordo che, fino ad ora, l’unica tassa che non solo è diminuita, ma è stata completamente abolita è quella  “di soggiorno” ovvero un “favore” per i pochi operatori del settore, ma con un mancato introito per le casse comunali di circa 100 mila euro.

Soldi che, se non verranno recuperati redistribuendo gli utili di Cordar (soldi nostri che ci hanno fatto pagare di più in bolletta), dovranno essere recuperati altrove, tagliando altre voci di bilancio. Sono fiducioso che la promessa di ridurre le tasse, per il futuro,  interesserà un numero maggiore di cittadini  e verrà fatta in un’ottica di equità (chi ha di più paga di più) così da dar corso alle promesse elettorali.

Cavicchioli rivendica poi altre scelte operate (o da realizzare) dal suo Esecutivo sulle quali sono già stati spesi fiumi di parole, da Piazza Duomo al futuro del vecchio Ospedale. Dibattiti molto divisivi che hanno azzoppato, per l’incertezza e l’indeterminatezza con cui sono stati posti, gli aspetti positivi che ci sono o che si potrebbero verificare. Per questo stride moltissimo, da parte del Sindaco, l’utilizzo di invettive “novecentesche” contro “atteggiamenti oppositivi dei massimalisti” (manco fossimo alla scissione del PCI di Livorno del 1921) riferite a non meglio precisati detrattori del suo operato. Una modalità abbastanza “antica” per definire i suoi oppositori, un atteggiamento diametralmente opposto allo stile del suo predecessore che liquidava  le critiche come “sano gioco delle parti” e un’implicita autocritica al suo stesso operato. Le opposizioni invece, in alcuni casi, sono già state protagoniste di scelte rivendicate con orgoglio da Cavicchioli stesso, come per esempio quella a cinque stelle con la mozione sulle unioni civili; quindi, più che bollarle come “massimaliste”, sarebbe giusto riconoscerne “pro veritate” il contributo. Ovviamente se non si è deciso di considerare i consiglieri pentestellati oramai una “stampella del PD”, come sostengono alcuni. Ciò che invece  è sembrata oscura è stata la risposta del Sindaco su un futuro ingresso in Giunta di Luigi Apicella. Dobbiamo sforzarci di leggere tra le righe e sembrerebbe che, l’ingresso dell’ex esponente berlusconiano, sia tra le “aspirazioni” di Cavicchioli ma, davvero, ci imbarcheremmo in esercizi di esegesi del pensiero altrui troppo arditi.

Essendo oramai iscritto d’ufficio tra i “gufi” mi permetto di chiudere questa non esaustiva analisi dell’intervista al Sindaco di Biella sottolineando che, a parte le enunciazioni sulle tasse da ridurre e sulla raccolta differenziata da aumentare, è scomparsa completamente la visione sul futuro della città.

Forse Cavicchioli ha fatto proprio il monito di Giuliano Ramella: “fermatevi lì, non allargatevi oltre”  e ha deciso di volare basso, senza fronzoli, badando alla sostanza.  Forse Biella ha bisogno di questo, un po’ di “panem” con manovre tributarie e, ogni tanto, un po’ di “circenses” con qualche pattinata sul ghiaccio. Per questo, a differenza di Ramella, non riesco a guardare “fidente e trepidante” al futuro, preferendo esercitare un più prosaico “pessimismo della ragione” in attesa di un più augurante “ottimismo della volontà”.

www.alasinistra.org

Roberto Pietrobon

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