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Libera nos a palo

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Il palo è quello che veglia le imprese della banda dell’Ortiga di Jannacci, è trasparente metafora fallica (cfr. Rocco Siffredi e lap dance), è lo strumento di tortura e morte adorato da Vlad III di Valacchia (Dracula o Vlad “l’impalatore”) che nel 1460 a Sibiu fece impalare 10.000 prigionieri, è il Palo(s) de la Frontera da cui partì Cristobal Colon al descubrimiento della Merica, è il beffardo impedimento al gol (il “quasi gol” di Nicolò Carosio).

 

Il palo è quello che veglia le imprese della banda dell’Ortiga di Jannacci, è trasparente metafora fallica (cfr. Rocco Siffredi e lap dance), è lo strumento di tortura e morte adorato da Vlad III di Valacchia (Dracula o Vlad “l’impalatore”) che nel 1460 a Sibiu fece impalare 10.000 prigionieri, è il Palo(s) de la Frontera da cui partì Cristobal Colon al descubrimiento della Merica, è il beffardo impedimento al gol (il “quasi gol” di Nicolò Carosio).

Ah, è anche il “legno, avente sezione tondeggiante e sviluppo prevalente nel senso della lunghezza, che piantato in terra per un estremo serve di sostegno a piante, per fare recinzioni e sim. (…) Per estensione: qualsiasi elemento resistente di forma e di funzione analoga, anche se di materiale diverso, metallo, cemento armato ecc.“ (Vocabolario Treccani). Ed è proprio il palo in quest’ultima configurazione l’oggetto del turbamento natalizio di molti cittadini biellesi, dopo che Omar Ronda in pieno Natale ha postato in rete una rovente lettera aperta al sindaco Cavicchioli censurando pesantemente il rifacimento della piazza Duomo (“…paragonabile solo ad un aeroporto bulgaro…”), e in particolare l’installazione degli “enormi e spropositati pali illuminanti di color grigio topo che svettano allineati ed incombenti come tanti missili nucleari pronti al lancio o a patiboli per l’impiccagione di cittadini morosi e reticenti alla sottomissione”. 

‘Sti cazzi che prosa, e che indignazione ! Potente leva di pubblica e affollata partecipazione, con generosi e fantasiosi suggerimenti per l’uso dei suddetti pali nei riguardi dell’amministrazione comunale e dei progettisti, sodomizzazione in primis.

Il giorno dopo, Santo Stefano, nell’affollata messa grande nel prospicente Duomo, il corale Pater Noster si è concluso con una accorata e cogente invocazione: “et libera nos a palo”. Amen.

 

giulianoramella@tiscali.it

La rubrica di Giuliano Ramella viene pubblicata ogni sabato sulla Nuova Provincia di Biella

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