Salute
Attenzione, il Biellese infestato dalle zecche
Boom di accessi al pronto soccorso dell’ospedale cittadino a causa delle zecche. A partire dal mese di maggio, infatti, si è passati mediamente da un caso alla settimana a ben 2-3 al giorno, quindi almeno venti volte tanto. Tale circostanza è anche confermata quotidianamente dai proprietari di cani e gatti, che con frequenza segnalano tramite i propri social network l’abbondante presenza delle zecche in prati e boschi.
Le zecche sono piccoli insetti che parassitano gli animali (cani, topi, uccelli, ovini, animali selvatici) e occasionalmente anche l’uomo, nutrendosi del loro sangue. Le loro dimensioni variano a seconda dello stadio di sviluppo (larva-ninfa-adulto) da 1 a 3-4 mm, ma possono raggiungere anche il centimetro quando sono piene di sangue dell’ospite. Nel nostro paese si possono incontrare prevalentemente due tipi di zecche: la zecca dei boschi che può rendersi responsabile della trasmissione all’uomo di alcune malattie, come la malattia di Lyme, e la zecca del cane, che normalmente parassita solo il cane e solo eccezionalmente si attacca all’uomo o ad altri animali
Le zecche dei boschi vivono nell’erba e nei cespugli, in particolare nel sottobosco e nelle zone umide e ombreggiate con vegetazione bassa ed un letto di foglie secche. Sono presenti in diverse aree del nostro territorio, soprattutto nelle zone collinose e montane (in genere al di sotto dei 1000 metri di altitudine). Il periodo critico, in cui la zecca si può attaccare all’uomo, è quello tardo-primaverile ed estivo, quando la necessità di un pasto di sangue la spingono a cercare un ospite.
Ma cosa si deve fare se si viene punti? E’ molto importante rimuovere correttamente la zecca. Bisogna afferrarla con una pinza il più possibile vicino alla cute, evitando di schiacciare e torcere il parassita. Una volta estratta, la zecca non va toccata a mani nude e va bruciata o gettata nel water. La zona cutanea colpita va lavata accuratamente con acqua e sapone e disinfettata, mantenendola sotto controllo per almeno 30-40 giorni; in caso di comparsa di arrossamento o altri sintomi è opportuno consultare il medico.
E’ bene evitare metodi di estrazione non corretti, come l’impiego di oli, benzina, acetone, prima di procedere all’estrazione, l’estrazione con le mani e l’uso di pinzette arroventate, per non aumentare il rischio di infezioni.
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