BiellaSale & Pepe
Non giochiamo a Dama sulla risalita di Biella
La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

Divertirsi con la folle notte a Biella con tanti giovani al Piazzo come ai tempi che furono non può che fare bene al cuore e all’umore di una città che vuole risalire. Speriamo che questa risalita (che in realtà significa rinascita) sia costante e crescente e non termini invece, idealmente, alle 22 come successo con la funicolare proprio in occasione della folle notte per la mancata disponibilità della società Dama che la gestisce.
Sarebbe un peccato alla luce della tanta voglia di esserci delle nuove generazioni laniere. Giovani generazioni che vanno di pari passo con chi qualche capello bianco in più ce l’ha e che ha pensato bene di riempire nuovamente lo stadio Lamarmora (portando anche tanti bambini) in occasione dell’atteso derby di calcio tra Biellese e Borgosesia. Circa 2000 persone presenti non si vedevano al Lamarmora Pozzo da tempi immemorabili: uno spettacolo anche vedere il tanto pubblico presente defluire al termine della partita, quasi che si fosse ritornati ai tempi di Schilirò, Capozzucca, capitan Mazzia, Enzo e Michelino La Firenze (solo per citare alcuni mitici calciatori bianconeri che ci sono rimasti nel cuore).
I tempi oggi sono cambiati, ma lo sport è e resta da sempre un veicolo di aggregazione e di allegria per una città che sotto la dura scorza del biellese tutto d’un pezzo fa intravedere una grande voglia di riscatto e di partecipazione. Non è un ragionamento banale, se crei le occasioni, quelle giuste, la città risponde presente. Poi finita la domenica, scende un po’ la malinconia nel leggere la dura realtà dell’altra Biella non sportiva, che fatica con il lavoro che non c’è, con le chiusure di negozi che colpiscono anche agli Orsi e che ci fanno dire che di questi tempi nessuno è più al sicuro da nulla. Biella è anche la provincia con il numero più elevato di anziani, ne incontro tanti ogni giorno, e che qui da me, magari davanti ad un caffè, mi raccontano delle difficoltà del vivere quotidiano.
E’ l’incubo di quello che i giornali definiscono di fine mese, con l’impennata delle bollette di luce e gas, con il caro prezzi che non fa distinzione. Colpisce molto la testimonianza di quella pensionata di Salussola, al freddo, da sola e al buio, con in più anche un nipote disabile a cui badare. Non possiamo girarci dall’altra parte: i servizi socio assistenziali su un territorio come il nostro sono fondamentali e devono essere garantiti. Non è questione amministrativa di scontro tra Comuni limitrofi, se Biella debba o meno uscire dal consorzio Iris o se debba rimanere. Qui non parliamo di politica, di rappresentanze, di cariche: qui parliamo di persone che debbono poter essere aiutate se e quando necessario.
Sul tema Iris il vero dibattito dovrebbe occuparsi di un unico aspetto: Se Biella esce cosa succede? Cosa cambia in termini di aiuti o servizi? Per chi cambieranno le cose? Di fronte a queste domande, cifre alla mano, si potrà valutare se la decisione del sindaco Olivero di “tirare dritto” su questo fronte è opportuna o meno. Diversamente si fa polemica, si scrivono paginate intere di commenti ma al solito non si entra nella sostanza delle cose. Guardate io non simpatizzo per Trump, non ne condivido metodi, modi o maniere. Però il suo attuale modo di agire deve servire oggi per dare una sveglia, far capire che occorre agire diversamente, uscire dalla propria comfort zone e dal ragionamento che le cose non cambiano perché si è sempre fatto in un certo modo.
Ed anche la narrazione delle nostre cose politico amministrative biellesi deve poter uscire da certi stereotipi che non stanno più in piedi. Se ci sono vantaggi sociali ed economici da un certo provvedimento ben venga il cambiamento, senza paure e battaglie ideologiche. Ma soprattutto con coraggio, sensa tropi salamalec e cun sincerità!!
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Ardmando
13 Marzo 2025 at 18:27
Bla bla bla bla… Sul tema IRIS il sindaco ha già chiarito ampiamente che sono anni che Biella ha la propria gestione e IRIS è un doppione inutile, quindi è giusto uscire. Il resto sono le solite, vecchie, inutili, sterili polemiche del solito pizzaiolo che vorrebbe fare il politico. Noia.
Bruno
13 Marzo 2025 at 21:05
che noi questo Armando dottrinato e c.one di destra vada a mangiare una pizza o un calzone ma non alla zuava
Ardmando
14 Marzo 2025 at 9:00
Solo brusio di fondo e cattivo odore.