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Biella

Furia non si ricandida alla segreteria Pd: “Sono un precario, devo dedicarmi al mio lavoro”

Intervista al segretario regionale del Partito Democratico, il biellese Paolo Furia

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Che succede Paolo Furia, lascia la politica o il Partito Democratico?

“Non ci penso neanche”.

E allora cosa ha detto l’altro giorno?

“Nell’ultima assemblea regionale del mio mandato di segretario, ho dichiarato che non mi ricandiderò. L’ho fatto in assemblea e non al giornale preferito né su Facebook. Mi sembrava uno stile migliore”.

Perché?

“La motivazione è personale e professionale: finché sono precario, non posso continuare a svolgere un ruolo che richiede un tempo pieno. Non ho mai lavorato assiduamente per costruirmi una carriera politica: ho un altro lavoro bellissimo che però richiede cura e tempo. In compenso, rimango quello che sono sempre stato: un militante del mio partito, che continuerò a frequentare dando una mano con le mie idee e la mia energia”.

Quanto guadagnava, da segretario regionale del Pd?

“Niente”.

Non essere stato candidato alle politiche di settembre, in una posizione blindata, ha contribuito alla sua scelta?

“Fossi stato eletto, avrei fatto altre valutazioni”.

Bilancio di questa esperienza?

“Ho raccolto la sconfitta del 2019 e in questi anni di lavoro in Piemonte siamo passati da 2 a 4 capoluoghi di provincia governati dal centrosinistra. Un lavoro faticoso, ma di cui vado fiero”.

Come ha reagito la platea degli iscritti al suo discorso?

“Tanti applausi. Qualcuno, magari, perché contento… Molti però sono certo, sinceri. Credo che la mia onestà intellettuale e il mio lavoro siano stati riconosciuti”.

Ora penserà solo all’università?

“E’ un ambito di lavoro dove ci si stabilizza dopo i 40 anni. Inutile raccontarsi storie. Devo impegnarmi di più e meglio. Ma non dimentico la politica e la sinistra, che mi appartengono”.

E Biella?

“E’ la mia casa. E’ sempre nel mio cuore. Nonostante i problemi. Anzi, forse proprio per questi”.

Ce l’ha con l’amministrazione cittadina di centrodestra?

“Ho visto che è stato perso l’ennesimo bando per il rilancio del commercio. Mentre i nostri vicini di casa vercellesi realizzeranno una piano sulla falsa riga di “015”. Non so che dire. In questi anni di lavoro regionale, Biella mi pare scomparsa dai radar della politica piemontese. In passato amministratori di sinistra facevano sentire la loro voce anche con il presidente regionale Sergio Chiamparino. Prima il territorio, poi il partito. Adesso invece da Biella tutto tace. E così mi pare che i risultati nella sanità e nei trasporti ne abbiano risentito. C’è un lavoro enorme da fare”.

Le amministrative non sono così lontane.

“Neanche vicine. Il terzo polo che a Roma dà una mano al governo della Meloni, a Biella, ha una storia di sinistra. Mentre gli elettori che sul nazionale votano Conte, sul locale potrebbero essere intercettati da una proposta seria di centrosinistra. Poi ci sono le liste di centro. C’è da lavorare, insomma. Credo che le prossime elezioni regionali in Lombardia, segneranno una svolta per molti partiti e personalità, anche biellesi”.

Presto ci sarà il congresso nazionale del suo partito: Bonaccini o Schlein?

“La seconda. Mi piace il suo stile. Le darò una mano nella campagna congressuale”.

Il candidato sindaco, a Biella, sarà del Pd?

“Mi riconosco nella segreteria provinciale di Chiola, anche se abbiamo storie politiche differenti. Va elaborato un programma serio, autorevole e condiviso. Poi vedremo con chi e come allearci, se al primo turno o meno. Dopo si penserà ai nomi. Oggi è davvero presto”.

Paolo La Bua

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