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Pausa Caffè

Un Capodanno fatto di botti e addii

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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Biellese, alternativa alle metropoli. E’ di questi giorni la statistica secondo la quale il 42 per cento della popolazione italiana vive già oggi in piccoli comuni o borghi.

BIELLA – E’ stato uno strano fine anno. Seguito da un Capodanno sotto a un cielo colorato con le tinte dell’autunno che ci ha allontanati più rapidamente dagli accenni di neve dei giorni precedenti il Natale.

Giorni segnati dalla morte di Benedetto XVI, pontefice emerito giunto al capolinea della propria esistenza terrena proprio quando il mondo si preparava a salutare con un sospiro di sollievo un 2022 scandito da sventure e cattivi presagi. Giorni infarciti di spumanti e panettoni, ma anche dalle immancabili polemiche sui botti di mezzanotte, preceduti dai patetici divieti di alcuni sindaci che ancora credono di poter contare sul buon senso della gente.

Ed invece questa volta i primi botti nel Biellese si stavano avvertendo già poco dopo le 23 e sono proseguiti in diverse località sino a poco prima dell’una. Storia vecchia quella dei botti, legata ad una tradizione che non ci appartiene ma che poco a poco è stata introdotta anche nelle nostre contrade, rischiando ogni anno incidenti a carico di chi maneggia con troppa disinvoltura materiali pirotecnici, inevitabili disturbi a danno di persone meno avvezze all’euforia di certi festeggiamenti e molta apprensione tra gli animali domestici vistosamente spaventati da quelle improvvise esplosioni che il loro udito rende assai più deflagranti di quanto non lo siano per le nostre orecchie.

Una scatoletta di miseri petardi, quelli che da mocciosi facevamo scoppiettare per le strade a carnevale, costa sette euro e via via a crescere, con una media tra i 20-30 euro a confezione, per arrivare anche a quasi cento euro per i botti più sofisticati. Ciò significa che in un’ora, solo nel Biellese, se ne sono andati in….scoppi, migliaia di euro che forse avrebbero potuto essere meglio utilizzati per regalare un pasto caldo a chi ne ha bisogno.

E, sempre in questi giorni, ci ha lasciati Sergio Perazza, da molti considerato il “re del liscio” della nostra provincia. Credo non vi sia un comune ove si svolgano sagre o feste all’aperto che non lo abbia avuto, con la sua orchestra, protagonista almeno per una serata. E’ stato per anni, una figura nota per i biellesi delle serate danzanti. Mi va di ricordarlo con un sorriso.

Giorgio Pezzana

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