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La sanità svenduta ai privati

L’intervento dell’ex primario di gastroenterologia dell’ospedale di Biella, Alberto Azzoni, comparso sulle pagine di questo giornale mercoledì scorso, ne è una delle tante testimonianze.

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Mettiamoci il cuore nei grandi eventi biellesi. Gli alpini biellesi hanno penato per decenni per riuscire a portare la grande Adunata delle gloriose penne nere a Biella e poi, tutto si esaurisce con il metallico fragore dei registratori di cassa? 

La sanità svenduta ai privati. Stiamo pagando il fatto di far parte di un quadrante formato dalle Asl di Biella, Vercelli, Novara e VCO in cui è l’Asl di Novara a farla da padrona, vivendo (e non solo in ambito sanitario) della luce riflessa di Milano.

La sanità svenduta ai privati

La sanità pubblica sta boccheggiando. L’intervento dell’ex primario di gastroenterologia dell’ospedale di Biella, Alberto Azzoni, comparso sulle pagine di questo giornale mercoledì scorso, ne è una delle tante testimonianze. Fatta la tara dei risentimenti personali e delle altrettanto personali convinzioni, le parole del dottor Azzoni ci tratteggiano una situazione che lui circoscrive al reparto ove è stato primario per anni, ma che in realtà riguarda l’intera struttura ospedaliera e, in senso più ampio, la gestione di tutta la sanità pubblica italiana.

Stiamo pagando scelte del passato

Tornando all’ospedale di Biella, stiamo pagando scelte del passato che non possono essere attribuite ai direttori generali dell’Asl che sono, sostanzialmente, degli impiegati della Regione e che a questa devono rendere conto di ogni passo, facendosi spesso portavoci di messaggi tanto tranquillizzanti quanto irreali. Stiamo pagando, per esempio, il fatto di far parte di un quadrante formato dalle Asl di Biella, Vercelli, Novara e VCO in cui è l’Asl di Novara a farla da padrona, vivendo (e non solo in ambito sanitario) della luce riflessa di Milano.

Quando, anni fa, scrissi che saremmo diventati, in ambito sanitario, vassalli di Novara, venni rimproverato da chi sosteneva che non sapevo intuire il futuro. Quel futuro è adesso, con i risultati che conosciamo e che il dottor Azzoni ha eloquentemente illustrato. Ed intanto, cresce in ambito sanitario l’offerta privata, ovviamente per chi se la può permettere. Nel Biellese sono già diverse le realtà private che si avvalgono, con un certo successo, degli effetti di una sanità pubblica in disarmo. E pare che presto un nuovo centro della salute privato sorgerà tra Candelo e Vigliano.

Il diritto alla salute

Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione che in questi anni tanto spesso, impropriamente, viene chiamata in causa. Le Regioni, su mandato dello Stato, dovrebbero essere le prime garanti di questo diritto. Al di là dei quadranti e di tutti gli interessi economici e politici dietro ai quali si nascondono in molti. Oppure, si fa come in molti altri Stati ove non vengono trattenute quote sanitarie su stipendi e pensioni e si lascia ai cittadini la facoltà di stipulare contratti assicurativi che coprano le spese di diagnosi, cure e ricoveri. Ovviamente con assicurazioni che non tutelino i sani, scaricando, ai primi sintomi, i malati.

Giorgio Pezzana

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    2 Maggio 2024 at 16:22

    Nessun governo interverrà mai sulla Sanità. La sinistra ha solo una gran capacità di starnazzare vuote parole espresse senza alcun collegamento con il cervello, ma sono stati loro in anni e anni di cattivi governi a portare la sanità dove è adesso. Se si vuole usare il SSN occorre mettere in conto di aspettare mesi o anni per completare l’iter. Oramai si va a fare esami all’Ospedale passando per il reparto di Libera Professione, ossia pagando, per avere esami ed esiti in tempi compatibili con l’esistenza umana.

    • Piero

      2 Maggio 2024 at 16:55

      In altra occasione non sono stato per niente d’accordo con ARDMANDO, ma questa volta, e volentieri, dico che ha assolutamente ragione. Bravo.

      • Luigi

        2 Maggio 2024 at 18:11

        Anche il mal governo degli ospedali incide, intanto se ci sono dei “buchi” la regione o da Roma, vengono coperti, se si amministrasse come una buona ditta privata, magari si vedrebbe la differenza. Forse non sarebbe più possibile #mangiare “.

  2. Stephan

    3 Maggio 2024 at 16:28

    Si è volutamente spinto, pian piano, a fare uso di strutture private, al di la delle solite tiritere, destra sinistra, palla al centro e cavolate varie, sono stati tutti d’accordo. Vogliamo parlare dell’ultima trovata sul ridurre le ricette? Prima si spinge a fare prevenzione e ora c’è troppa coda per cui i tempi si allungano? Ma per piacere! Andremo dal medico con un piede nella fossa, forse li ci prescriverà la ricetta, forse! Non si può garantire tutto a tutti, ma non si può nemmeno obbligare ad andare in strutture private anche chi non può. Iniziamo a dare precedenza a chi non ha reddito superiore a determinate cifre, poi a salire. Chi lavora,e chi ha lavorato, ha pagato tasse per mantenere lo status di politici inutili e dannosi. E in alcune aziende si paga già un assicurazione da anni, non voluta, non chiesta, e imboccata nel silenzio dei sindacati. Chi buttare giuù dal monte, e chi salvare? Direi quasi nessuno.

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