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Pausa Caffè

La funivia, la pandemia e… i costi

La nuova versione di “Pausa Caffè”, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Sino a tre/quattro anni or sono, per la riattivazione della funivia che collega Oropa al lago del Mucrone, occorrevano circa quattro milioni di euro. Poi c’è stata di mezzo la pandemia, che abbiamo superato, eppure ora per quello stesso lavoro di milioni di euro ne occorrono sei.

E’ un giochino perverso che quando ti dà l’impressione di essere quasi riuscito a mettere insieme la cifra necessaria, quella cifra non basta più e si deve ricominciare tutto daccapo. Ha anche un altro nome: si chiama speculazione. E’ una brutta malattia, purtroppo assai diffusa. Le più svariate situazioni di emergenza che affliggono il mondo (pandemie, guerre, disastri ambientali) sono sempre all’origine di immediati aumenti dei costi. Poi però le emergenze finiscono, ma i costi non scendono più.

Questo teatrino degli inganni nel nostro Paese è assai collaudato, basti pensare che, sia pure sotto mentite spoglie, con la benzina per le auto, paghiamo ancora le accise per la guerra d’Africa, oltre che per vari eventi sismici che si perdono nella notte dei tempi. La pandemia sarebbe all’origine di rincari (mi riferisco a moltissimi beni, non solo alle funivie, ovviamente) dovuti alla maggiore difficoltà di approvvigionamento delle merci. Purtroppo però i rincari erano scattati con effetto immediato il giorno stesso dell’ufficializzazione della pandemia, facendoci pagare di più anche ciò che era stipato nei magazzini sin da prima che prendesse piede il covid. Ed ora che il covid lo abbiamo lasciato alle spalle, continuiamo a pagare di più anche per quelle merci che hanno ripreso a viaggiare come prima del periodo pandemico.

Costi di produzione più elevati? In che cosa sarebbero cambiati i costi di produzione prima della pandemia e dopo la pandemia? Direi che è molto più plausibile pensare a una sorta di tentativo di recupero di profitti per porre rimedio a quelli venuti meno nel periodo pandemico. Ma è eticamente giusto pensare a operazioni di questo tipo sulle spalle dei consumatori? Per questo io credo che, tornando all’impianto di risalita di Oropa, alla luce dell’ultimo preventivo, le cifre richieste dovrebbero essere pubblicate una ad una, con relative motivazioni riguardo alle differenze rispetto al primo preventivo, affinché non solo gli addetti ai lavori, ma tutti coloro che sono interessati possano capire il perché il valore di un’opera possa aumentare del cinquanta per cento in così poco tempo. Soprattutto pensando che dovrebbero essere messe in campo risorse pubbliche.

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    25 Luglio 2024 at 8:34

    E’ lo sciacallaggio il motivo per il quale i costi di produzione non sono più scesi. La pandemia è passata, quando poteva avere senso un aumento dei costi. Anche il costo dell’energia era aumentato, spinto in alto dall’aumento del prezzo del greggio. Poi questi costi sono scesi, il prezzo dell’energia si è calmierato, gli stabilimenti nell’Est del Mondo hanno ripreso a lavorare come e più di prima. Eppure il costo per l’utente finale non è sceso (tranne che in certi casi, vedi combustibili ed energia). Nell’edilizia invece si conferma il metodo mafioso. E allo stesso modo, altri settori hanno deciso di cavalcare l’onda del “i costi di produzione sono aumentati” ma propinano gli aumenti ai clienti in altre forme: uno, il più infame, è il metodo della “sgrammatura” ossia quella pratica non illegale ma eticamente scorretta e vile di diminuire numero di pezzi e/o peso netto negli alimenti, mantenendo inalterato il packaging. In certi casi i produttori prendono ulteriormente per i fondelli i consumatori sbandierando il fatto che il prezzo di acquisto dei loro prodotti non è cambiato (combattiamo la crisi lasciando inalterati i prezzi). Quello che cambia è il contenuto delle confezioni. Altri invece applicano sia la sgrammatura che il rincaro dei prezzi. In Francia da qualche settimana la pratica della sgrammatura deve essere evidenziata per legge sulle confezioni. In Italia va tutto bene così com’è.

  2. Pier Giovanni Malanotte

    25 Luglio 2024 at 12:49

    a volte rimpiango i vecchi ragionieri che i conti li sapevano fare ma anche leggere ed esaminare e valutare

  3. Sonia ganz

    25 Luglio 2024 at 19:03

    DATO CHE SON GIOCHI SPORCHI, VADA IN PROCURA A CHIEDERE SE LEGGONO LE VICENDE DI BIELLA, E VOI GIORNALISTI, X DIRE LE VOSTRE………..AVETE SPAZIO, MENTRE BEN POCO SPAZIO VIENE DATO ALLE LAMENTELE DELLA GENTE, X COSE SERIE….

    • Giorgio Pezzana

      25 Luglio 2024 at 20:28

      Gentile Signora Sonia,
      non è compito mio andare in Procura, ma semmai è la Procura che deve valutare l’opportunità o meno di verificare determinate anomalie. Se facessi ciò che Lei mi chiede sarei un magistrato e non un giornalista. Io invece appartengo alla categoria di coloro che hanno spazio per dire le nostre….. ma mi farebbe molto piacere sapere quali sono quelle che Lei considera invece “cose serie”. In tanti anni, non mi sono mai sottratto all’ascolto. Mi stia bene.

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