Biella
Lei non sa chi sono io: Pietro Torrione
La rubrica di Edoardo Tagliani sui titolari delle vie cittadine

«Il dovere ti richiamava dietro il banco della vecchia censa, l’umile negozio dei tuoi avi, che tu avevi trasformato in cenacolo di studi, dove tante volte aveva sostato anche Benedetto Croce».
Così lo ricordava sua figlia, Maria Teresa. Indaffarato nella tabaccheria del Vernato, più a studiare, scrivere e parlare di storia che a vendere sale e bionde senza filtro.
Pietro Torrione (Biella, 1913 – 1971) ebbe un mentore d’eccezione, Emanuele Sella (Vallemosso, 1898 – Milano, 1946) eclettico economista critico verso il liberismo, docente universitario a Torino, Perugia, Sassari, Cagliari, Modena, Messina, Parma e Genova, che di Pietro scrisse: «Tra tanti allievi che ho avuto, non ho mai trovato un ragazzo dotato di tanto entusiasmo e di tanta modestia. Ha una Tabaccheria al Vernato. Ma la sua vita è la storia. Molti negozi usano le carte mandate al macero per fare i pacchi. Le comprano a poco prezzo. Selezionando quei fogli ha recuperato documenti preziosi, e ha fatto una raccolta estremamente interessante. È un ragazzo che ha la stoffa dello storico».
Un tesoro dai rifiuti. Chissà quante altre cose interessanti sono finite arrotolate intorno a un cavolfiore o un paio di ciabatte.
Scritta nel destino della curiosità e della passione, la sua carriera. Direttore della Biblioteca e dei Musei Civici dal 1946 sino alla sua morte, nel 1971.
E in stretto contatto, fatto anche di amicizie personali, con l’Archivio di Stato, tanto che oggi, nel Chiostro di S. Sebastiano, esiste un Centro Studi a lui dedicato, nato con la donazione di libri e documenti di storia biellese che venne fatta (1987) dalla moglie Gemma Barbera e dalla figlia Maria Teresa.
Di questo Centro Studi, nel 1989 scrisse Maurizio Cassetti (Roma, 1941 – Torino, 2019), già direttore di diverse sedi regionali e provinciali dell’Archivio di Stato e curatore dell’apertura della sede di Biella: «Esso intende anche essere un proseguimento di quei piacevoli incontri, estremamente costruttivi, tra eruditi, appassionati e “addetti ai lavori”, che erano una vera miniera di consigli, idee e iniziative».
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