BiellaLei non sa chi sono io
Lei non sa chi sono io: Eugenio Bona
La rubrica con cui Edoardo Tagliani racconta i titolari delle vie cittadine

Nacque a Sordevolo il 25 gennaio del 1854 e completò, non senza qualche fatica, i suoi studi di tessitura, chimica tintoria all’allora “Scuola Professionale” di Biella.
Venne assunto alla ditta “Maurizio Sella”, probabilmente grazie all’intercessione dei fratelli che già lavoravano in quell’azienda, Valerio Massimo e Basilio. Quest’ultimo era anche il direttore della fabbrica.
Si dimostrò talmente bravo, Eugenio Bona, che su indicazione diretta di Quintino Sella, a soli 23 anni venne nominato responsabile del lanificio Giovanni Pastore di Salerno. Più che a lane e tessuti, Eugenio era interessato ai modelli di organizzazione aziendale e, infatti, Salerno era una sfida in tal senso: serviva rimodellare le dinamiche interne della ditta, che non versava in buone condizioni.
Fu vinta, la sfida. E Eugenio, insieme ai suoi fratelli, cominciò ad acquisire aziende tessili a Caselle, Carignano, Voltri. Non solo ebbe sempre successo in termini di mercato e affari. In quelle aziende, con sguardo lungimirante, attivò le prime casse pensionistiche e i “sussidi maternità” per i suoi dipendenti.
Tanta era la sua abilità, che venne nominato membro della Commissione Reale per l’Industria Laniera con un compito strettamente legato alla sua esperienza: analizzare le cause del declino del comparto tessile. Correva l’anno 1906 quando propose le sue soluzioni, ma suona curiosamente attuale, la tematica.
Un altro aspetto segnò la sua vita e quelle di molti studenti. Eugenio Bona era fortemente convinto che nessuna azienda potesse funzionare senza dirigenti e operai adeguatamente istruiti: fra i primi in Italia, teorizzo in modo strutturato l’importanza della relazione scuola-azienda e si investì, in qualità di benefattore, per trasformare in pratica quella teoria.
Finanziò la costruzione della scuola elementare del suo paese di nascita, Sordevolo. Contribuì economicamente al buon funzionamento di quella di Carignano (dove funzionava la sua azienda più grande). Lo stesso fece per l’ITI di Biella e altri due istituti tecnici a Prato e ad Arpino. Non solo: finanziò anche, in terra biellese, scuole serali per adulti e migranti. Poi, il suo piccolo capolavoro: fondò quello che allora si chiamava “Istituto Commerciale di Biella”, oggi “Istituto Eugenio Bona”.
Morì a Torino il 22 marzo del 1913, dopo aver frequentato l’agone politico in qualità di deputato. Si occupò, in particolar modo, dello sviluppo delle ferrovie.
Crisi del tessile, istruzione necessaria per tutti e sviluppo dei mezzi di trasporto. Eugenio Bona, aveva visto davvero lungo.
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