Biella
Nuntio vobis gaudium magnum, habemus Funiviam
La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

Diciamo che il Biellese non è proprio la terra più fortunata per quanto riguarda il trasporto “via fune”: siamo di nuovo con le auguste terga a terra per quanto riguarda la funicolare ma, parafrasando l’antico proverbio, se la funicolare (Atene) piange, la teleferica (Sparta) non ride” e purtroppo ormai sono passati quasi 3 anni dal lontano 17 dicembre 2021 quando si celebrò l’ultima corsa dal lago del Mucrone a Oropa.
Discussioni, proclami, progetti faraonici e fantasie tutte nostre biellesi ci hanno accompagnato in questi ultimi decenni, una serie di innumerevoli problemi burocratici accomunati a buchi finanziari, colpe rimbalzate da destra a sinistra hanno fatto sì che la vituperata funivia non potesse sin da subito esser rimodernata e fatta ripartire. Il fine vita della struttura ci è caduto sulla testa nonostante illustri progettisti, esperti del settore, amici della montagna e tanti biellesi si siano prodigati a suggerire preziosi consigli che alla base avevano un comune denominatore, ovvero la necessità di trovare la vil pecunia per rimettere a norma l’intera opera.
Abbiamo letto e sentito di progetti degni di Cortina e Courmayeur: Conca d’Oropa, patrimonio turistico universale, raccontava qualche giovane consigliere comunale in auge lo scorso quinquennio e per fortuna non riconfermato, tante parole ma alla fine i fatti sono arrivati solo ora. Da non dimenticare che la comunità biellese aveva già scucito diverse milionate per la cabinovia che dal lago del Mucrone porta al Monte Camino e che ora è li a raccogliere ruggine in attesa di miglior vita. Ed è un impegno morale di tutti rispettare ciò che si è speso e pertanto un plauso va a chi ormai ci ha abituato a parlare poco ma porta i fatti a compimento dichiarando che con la modica cifra di 10 milioni e mezzo di euro verranno eseguiti i lavori.
Sarcasmo dire “modica cifra”, ma volutamente è doveroso soffermarsi a prendere atto che la somma, che sembra abnorme, è comunque la pietra miliare che servirà per un vero rilancio dell’intero comparto turistico biellese. Se poi la si raffronta a quanto si sarebbe ipotizzato per la realizzazione della funivia e/o cabinovia che collegherebbe Valdilana con Bielmonte è pleonastico constatare che la somma è contenuta. Ora i soldi ci sono, anche grazie a un mutuo, e mentre ingegneri muratori, fabbri e maestranze varie si adopereranno alla realizzazione dell’opera è doveroso che la politica smetta di litigare sul futuro dell’intero comparto oropense e tutti insieme progettino e sviluppino un lavoro di rilancio della nostra perla di montagna. I primi a cui va un plauso sono i signori che ormai da mesi passano il loro tempo libero a pulire i quintali di rifiuti che “l’homo sapiens” che sale sulle creste ha abbandonato. Un grazie al sindaco Olivero, che ci ha creduto, e una pernacchia a tutti coloro che pubblicamente si dimostrano vicini alla nostra funivia e poi investono altrove.
Servono soldi, tempo e pazienza ma, ribadisco, la cosa più importante è guardare avanti, a una programmazione realistica di rilancio per il turismo biellese: non troviamoci, tra qualche anno, ad avere, come negli anni passati, una funivia che arrivava in un contesto dove trova solo abbandono, rifiuti e nessun servizio degno dei turisti.
Se poi avanza qualche euro, magari, demoliamo il fabbricato dell’anticima sulla cresta del Mucrone, che è davvero una ferita brutta che non piace e che dovrebbe esser abbattuta per tornare alla bellezza originaria che tale luogo ci regalava.
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