Seguici su

Gli Sbiellati

Vacanze di Natale

Pubblicato

il

Fonzarelli di provincia

“La stupidità ha fatto progressi enormi”. Basterebbe questa considerazione di Flaiano a dimostrare quanto sia desolante questo incipit del nuovo anno. Hanno vinto i pessimisti: non poteva certo andare meglio di quello precedente, anzi. Dobbiamo averne, di voglia e buontempo, per darne un’interpretazione pop attraverso meritati riferimenti culturali.

Rewind. Un cinepanettone non può che iniziare proprio da lì, dal panettone. Se ci avete fatto caso, ma è cosa un po’ da maniaci farlo, lo riconosco, nel periodo immediatamente prenatalizio sui giornali locali, sui loro social e sui social degli interessati è apparsa una sequela quotidiana di premiazioni e donazioni: il lettore che legge di più, il volontario che ha più volontà e via premiando e fotografandosi.

Viene da malignare sul fatto che sia stato un Natale pre-elettorale e quindi l’ultimo in cui approfittare per ingraziarsi a favor di voto premiati e beneficiati, famiglie comprese. Quando si dice che quel che conta è l’intenzione, beh no. In questo caso è proprio quella a non andare così bene. L’effetto è un po’ meglio a prescindere dall’intenzione: in parecchi se ne sono andati a casa relativamente felici dopo un buffetto e un taglio di panettone. O, peggio, sono rimasti a casa, e il panettone col politico annesso gli ha suonato il campanello.

Un politico così preso da sé, e dalla buona azione dal sapore consolatorio oltre che di canditi, da spammare la foto della consegna. Poco cosciente del fatto che il ricevente potesse essere così, in qualche modo, umiliato pubblicamente. 352 panettoni distribuiti agli abitanti che pagano l’affitto all’Atc con fotografie annesse; perché i buoni, si sa, lo fanno sapere d’esserlo. Un’allegra comitiva, babba natale, condotta da sindaco, capogruppo di maggioranza, ex parlamentare e assessore regionale più vari ed eventuali.

Per carità, niente contro le regalie. Solo, e parecchio, contro la sfacciata modalità. Di certo ne è complice la bulimia comunicativa che ha colto la politica, dall’alto al basso e da destra a sinistra, nella rappresentazione di sé. Mi chiedo se sia davvero utile ora che gli utenti social sono più sgamati che agli inizi. Questi post sono più noiosi e patetici di quelli di agosto, quelli coi piedi puntati verso il mare per fare invidia agli internauti di città.

Forward. Vacanze di Natale, ma mica a Cortina: a Rosazza!
Se siamo usciti vivi dagli anni ’80 per questo, siamo messi male. Però forse è questa la risposta a chi si chiedeva cosa resterà degli anni ’80: restano le commedie che lo sono perché la tragedia è scampata; restano virilità frustrate con pistoline piccole così, che neanche sanno maneggiare e lo fanno tra un brindisi e l’altro, senza uno dei Vanzina a dirigerli. Mentre noi ci guardiamo nei tg della sera e il boccone ci va, ancora una volta, di traverso. Che non siamo mica quella cosa lì, sbottiamo. Eppure.

A pensarla come sceneggiatura c’è da non crederci: una famiglia politica e relativi famigli s’insediano in un personalissimo feudo esoterico in Valle Cervo; la Pro loco affitta la sede alla sindaca che la lascia al fratello, ora più sottosopra che sottosegretario, che ospita per un brindisi quel genio di un famiglio: il pistola con la pistola. Poi si ride, si scherza e, perché no, si spara. Buon anno e resta a terra un ferito.

Però al momento giusto c’era chi non c’era perché stava col cane, chi spostava cibo e spazzatura. Insomma quell’omertà sommata all’alzatina di spalle che richiama il monicelliano “sparecchiavo” di Melisenda, figlia del conte Mascetti, quando rimase incinta. Di certo non ci sono più le cene eleganti di una volta, hanno cambiato registro e ora si va ai cocktail con la pistola, senza nemmeno essere nella Panama di Ivano Fossati. Almeno ci è più comprensibile la scorta a certi politici: è per proteggerli da sé stessi.

A ben guardare la vicenda non presenta solo trivialità da surreale cinepanettone, ma anche tinte noir. Il limbo di silenzio in cui è rimasta affogata la notizia è di parecchie ore e le nebbie che l’avvolgono sono ancora fitte. Eppure la soluzione dovrebbe essere semplice: diteci chi c’era e com’è andata. Ma nessuno lo fa. Anzi, quel gran genio del suo amico – del sottosopra segretario – invoca persino, a sproposito, l’impunità parlamentare (e no, non è un refuso: l’immunità è cosa ben più seria e per faccende ben più serie). Manca solo l’ispettore Clouseau.

Per come stanno andando le cose, siamo certi che solo una sarà la responsabilità accertata: quella del ferito, colpevole di trovarsi sulla traiettoria del proiettile. Per il resto, questo pasticciaccio brutto ha “sparato” ovunque e meglio di ogni iniziativa di marketing turistico le immagini di Rosazza, lavoro che sarebbe toccato alla Pro loco in effetti, ma che ora potrebbe, in qualche modo, essere capitalizzato anche se il finale resta aperto. Titoli di coda: i rave party fanno paura, ma certe festicciole di più.

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *