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Gli Sbiellati

Biella dà i numeri

Gli sbiellati: Una rubrica per tentare di guardarci allo specchio e non piacerci

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Fonzarelli di provincia

BIELLA – Sbiellare è un po’ dare i numeri. Poi è anche, tutto sommato, per quanto ci riguarda, un’attitudine. Certo si può sbiellare anche da non biellesi, ma non è la stessa cosa. Sbiellare è dare i numeri in modalità geolocalizzata.

Siamo a fine anno e si tirano le somme per capire se siamo stati buoni o cattivi, se ci meritiamo doni o carbone. Anche se, a pensarci bene, visto che viviamo tempi di lotta ai combustibili fossili, è possibile che gli incaricati alle consegne (sempre i soliti: Babbo Natale e la Befana non andranno mai in pensione, la quota cento l’hanno superata ma l’Inps si è giocato in borsa i loro contributi) ci lascino in calze e caminetti qualche pannello fotovoltaico da assemblare.

La sostenibilità in pacco regalo.

Tempo quindi di fare i conti, anche quelli che non tornano. Da qualche giorno è stato dato in pasto ai media l’ICity Rank, il rapporto annuale sull’indice di trasformazione digitale. Non vuol dire che ci ritroviamo con l’ordine delle dita rimescolato, come qualcuno da queste parti potrebbe credere visti i numeri che ci riguardano. Il rapporto si occupa, con santa pazienza, di mettere in ideale competizione i capoluoghi di provincia italiani per capire fino a che punto si possano definire “smart city” o se lo fanno a sproposito.

Una valutazione utile a identificare, per chi ne ha le chiavi di lettura, i propri punti deboli e i propri punti di forza. La subordinata è già un indizio di come ci è andata. C’è da dire che “le innovazioni passano oggi, prevalentemente anche se non esclusivamente, dalle trasformazioni digitali che stanno investendo in modo rilevante le città sia dal punto di vista dell’organizzazione funzionale sia da quello delle modalità di governo e amministrazione”.

A differenza dei precedenti rapporti, questo risulta quindi essere un indicatore fondamentale per definire come ci si stia realmente preparando ad affrontare un Pnrr che punta proprio su innovazione e digitalizzazione. Più a quello, che a preoccuparsi di agevolare lo struscio su tacchi a spillo. Mi permetto la battuta perché la nostra città risulta all’ultimo posto in Piemonte, al penultimo tra le province del Nord e 81ª sul totale di 107. Con un coefficiente di 376 su 1000, che è come dire che in un compito in classe avrebbe preso un bel 3 al 4 vergato con la biro rossa. Questo è il risultato di non aver fatto i compiti a casa.

In sostanza i signori di Fpa, estensori del rapporto, hanno effettuato (a maggio e ottobre) due rilevazioni dirette sui siti delle 107 amministrazioni capoluogo verificando la presenza rispettivamente di 20 e 10 servizi on line scelti tra i 24 individuati dalla Corte dei conti nel suo “Questionario per la valutazione dello stato di attuazione del Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione”. E un servizio si ritiene erogato online quando il cittadino o l’impresa possono avviare la procedura (inviare una pratica, richiedere un documento o un certificato, accedere a una prestazione, effettuare un pagamento, ecc.) direttamente sul portale dei servizi dell’ente o specifiche sezioni del sito istituzionale, attraverso moduli digitali e form online.

Tradotto, significa che nella nostra quotidianità non va poi così bene. La speranza è che i nostri amministratori non guardino a questi rapporti per capire quale medaglia appuntarsi o meno sul petto nel caso siano favorevoli o li ignorino in caso contrario, ma che riescano a leggerli con la giusta lente dell’analisi e della necessità di migliorare lo stato delle cose.

Quelli di Fpa non sono gli unici ad aver dato i numeri su Biella e il suo territorio. Anche l’OsservaBiella – Osservatorio territoriale del Biellese presenta dati e tabelle raccogliendo, con la regia della Fondazione Crb, il testimone dalla Caritas locale per valutare lo stato di salute del territorio attraverso l’aggregazione di numeri espunti da report regionali e nazionali.

Siamo i più vecchi d’Italia e abbiamo un sacco di auto (che l’inefficienza del trasporto pubblico c’entri qualcosa?), una percentuale di stranieri di gran lunga più bassa della media e un basso dato legato alla criminalità (chi glielo dice a quelli che ci hanno fatto su una campagna elettorale raccontandoci il contrario?), ma abbiamo un preoccupante e insufficiente dato sull’accesso ai servizi di connettività veloce. Consoliamoci col fatto che Biella “è un posto tranquillo con l’aria buona”, e qualche santo sarà.

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1 Commento

1 Commento

  1. Umberto

    7 Dicembre 2021 at 14:03

    E poi: cura del verde e dei giardini. Sui marciapiedi spuntano erbe di tutte le specie da fare invidia all’orlo botanico di Oropa. Se vogliamo
    poi passeggiare nel ‘parco’ del Bellone o camminare verso il Gorgomoro, troviamo gradevoli sorprese. E le rotonde, alcune veramente pe-
    ricolose per il traffico, grazie a siepi e arbusti incolti. Non parliamo poi di strisce pedonali orma ricordo del passato (esempio via P.micca,
    quartiere degli affari, …….). Lavori in corso in attesa da mesi/anni (vecchia Biblioteca in via p.Micca, costa del Piazzo, ….) di un intervento. Il buon Zumaglini avrebbe da che ridire vedendo come sono ridotti i suoi giardini, panchine anni 30 bisognose di vernice o
    meglio sostituzione, vialetti sistemati con ghiaia al 50%.Magari qualche vigile urbano per città, con il libretto delle multe, perché no.?
    Per il Natale cosa pensiamo di fare? Piazza La Marmora: adagiamo sulle siepi della rotonda un filo di luci, alla rinfusa, e voilà: l’atmosfera
    natalizia è creata. Il più piccolo paese sperso fra Lassù gli Ultimi ha addobbi più decorosi. E via dicendo……

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