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Studentesse straniere scoprono Biella

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In attesa che il Biellese ritorni meta di turisti d’oltreconfine, il turismo non è l’unico modo con cui gli stranieri possono conoscere il nostro territorio.

Ce n’è un altro, più vero, grazie ad organizzazioni come Intercultura che permettono a ragazzi da tutto il mondo di venire ospitati da famiglie locali, immergendosi nella nostra cultura, lingua e tradizioni.

In attesa che il Biellese ritorni meta di turisti d’oltreconfine, il turismo non è l’unico modo con cui gli stranieri possono conoscere il nostro territorio. Ce n’è un altro, più vero, grazie ad organizzazioni come Intercultura che permettono a ragazzi da tutto il mondo di venire ospitati da famiglie locali, immergendosi nella nostra cultura, lingua e tradizioni.

Ne sono un esempio la famiglia Bianene e Paola Ammaturo, che da un mese ospitano rispettivamente (l’esperienza durerà sei mesi) Saara Vuola e Rita Lanz.

Saara viene da Helsinki, in Finlandia, e dopo solo un mese già sfoggia un ottimo italiano: “Quando ho messo l’Italia tra le destinazioni possibili non ne sapevo molto, ma pensavo fosse un bel paese e volevo conoscerlo meglio. Il Biellese è un po’ diverso da come me l’aspettavo – io avevo in mente l’immagine dell’Italia merdionale – ma sono contenta. Mi piacciono i paesini, il Piazzo e il centro di Biella con i piccoli negozi; anche se Helsinki è più grande non penso che Biella sia così piccola come alcuni di voi dicono. Nella mia famiglia poi mi trovo benissimo: sono tranquilli, ma anche divertenti e un po’ pazzi, come me! Anche le mie sorelle sono simpatiche, con una condivido la passione per le lingue, mi aiuta a imparare l’italiano. Sono tutti molto pazienti con me, e sono loro grata per questo”.

Rita invece, da Bichelsee, nonostante le origini svizzere tradisce già un’anima italiana: “In Svizzera mi chiamano sempre ‘l’Italiana’ perché arrivo in ritardo a scuola! Ho sempre voluto fare un’esperienza come questa, essendo già stata in Italia mi piacevano il paese, il cibo, la lingua e l’apertura mentale; essere qui è una fortuna enorme, mi trovo davvero bene. Vengo da un paesino di settecento anime, anche secondo me Biella non è piccola; e poi non è noiosa, là non c’era niente da fare, qui ci sono gente, negozi e attività. Anche la famiglia è perfetta, a Bichelsee avevo solo un fratello maggiore, qui mi piace avere tante sorelle”.

Sentimenti condivisi dalle famiglie: “E’ la prima volta che ospito – dice Paola Ammaturo – e la novità che Rita ha portato è indescrivibile: mi racconta cose diverse, anche se la Svizzera è qui vicino, in casa mia ora regna l’armonia; tendo anche a essere più ordinata! Volevo che anche qualcun altro potesse vivere la stessa esperienza che ha fatto mia figlia Arianna l’anno scorso, e se ce l’ho fatta devo ringraziare le mie figlie, senza di loro tutto sarebbe molto più difficile”.

Così anche Alessandro e Luana Bianene, genitori ospitanti di Saara: “Ogni ragazzo che ospiti è un’esperienza diversa, è necessario integrarsi e accettare dei cambiamenti nei rapporti in seno alla famiglia. E’ bello poter creare un rapporto d’affetto con giovani di altre culture, imparare cose di paesi che non vedresti mai. Ci sono sacrifici da fare, ma dopo poco tutto entra nella normalità”.

Come spiegano i volontari, alle famiglie non viene chiesto di far visitare l’Italia ai ragazzi ospiti, ma di comportarsi come sempre, per dare a chi viene una sincera esperienza di vita in una cultura per loro nuova.  E questo è ciò che anche Rita e Saara vogliono: “Desidero farmi nuovi amici e avere una seconda famiglia su cui contare”, “Voglio avere un’altra famiglia e amici, e un’esperienza da serbare per tutta al vita” si fanno eco le due ragazze. 

A Biella è arrivata anche Magdeleine dal Canada, anche lei con Intercultura; un’altra ragazza che, speriamo, serberà per sempre il ricordo della nostra terra, così come la sua nuova famiglia serberà il suo.

Eric Repetto

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