Eventi & Cultura
Gigonda e Linea Verde, non solo musica
Nella guerra per gli ascolti biellesi valide combattenti furono La Gigonda e Radio Linea Verde: diversissime all’origine – la prima nasce dalle ceneri di Rcm (Radio Comunità Montana), la seconda sotto invito della Cei – furono nei loro anni di gloria accomunate da grandi successi di pubblico, nonostante la concorrenza dei due colossi Radio Biella e Radio Piemonte.
Nella guerra per gli ascolti biellesi valide combattenti furono La Gigonda e Radio Linea Verde: diversissime all’origine – la prima nasce dalle ceneri di Rcm (Radio Comunità Montana), la seconda sotto invito della Cei – furono nei loro anni di gloria accomunate da grandi successi di pubblico, nonostante la concorrenza dei due colossi Radio Biella e Radio Piemonte.
La Gigonda “Radio Vagabonda” inizia ufficialmente le trasmissioni nel 1977 a Ponzone. Nata da un’idea di Fabrizio Rondo, conta tra i suoi primi collaboratori gli speaker dipartiti in massa da Rcm. Tutte le mattine va in onda “Il Gigondario”, celebre notiziario locale, curato da Massimo De Nuzzo, e “Se mi permette”, la scomoda trasmissione di approfondimento e critica politica locale tenuta dallo stesso Rondo. Insieme a Silvano Barberis e Beppe Pellitteri conduce la trasmissione di cabaret con protagonista il “signor SIP”, che tra mille difficoltà comincia ad usare una nuova diavoleria: il telefono.
Dopo l’esordio di pura informazione si fa sempre più spazio la musica, e i dj sostituiscono gli speaker. Nei favolosi anni Ottanta passano da Ponzone grandi artisti come Roberto Vecchioni ed Eugenio Finardi, mentre lo storico jingle “Onda Gigonda” suona sulle note di Onda su Onda. I cantanti non sono gli unici a venire intervistati: molti medici di Biella e Borgosesia portano in radio le proprie specializzazioni.
All’inizio La Gigonda è la radio della Valsesia, emittente ufficiale del Carnevale di Borgosesia, promotrice di Tutti insieme al Parco Magni e della Festalunga di Ponzone. A Biella il segnale arriva disturbato o è addirittura assente, la concorrenza molto forte. La situazione cambia quando, con l’approdo di Angelo Giovinazzo alla direzione artistica – è grazie alle sue minuziose ricerche che stiamo raccontando questa storia – la radio viene digitalizzata. Anche a Biella cominciano ad ascoltarla, tanti dj arrivano dalla città e vi portano nuovi generi musicali: i dati Audiradio premiano il nuovo corso, portandola in vetta alle classifiche delle più ascoltate del Piemonte. Nasce “Il Gigogioco”, quiz radiofonico in cui gli studenti si sfidano per vincere l’ambito premio finale: una gita scolastica pagata.
La storia de La Gigonda finisce male: all’apice del successo viene venduta la radio, ma non la frequenza. Nasce un lungo contenzioso, che finirà con la chiusura della radio e lo spegnimento dei trasmettitori.
Radio Linea Verde è l’emittente cattolica che per più di quindici anni trasmette prima dal Piazzo, poi dalla sede del “il Biellese”. Nata come radio della diocesi e gestita inizialmente da don Ilario Bolengo e don Carlo Lepora, presto si affolla di giovani e numerosi collaboratori con tanta voglia di fare radio.
Tra di loro Riccardo Alberto, oggi firma de Il Biellese: «Eravamo ragazzi ed era un mondo tutto nuovo. Dovevamo trovare le apparecchiature o costruircele». Dagli anni ottanta è lui a diventare direttore dell’emittente.
Quando Radio Linea Verde comincia le trasmissioni sono già attive sia Radio Piemonte sia Radio Biella, la concorrenza è forte e la radio gioca soprattutto sull’informazione: firme come quelle di Marco Atripaldi, Vittorio Pozzo, Beppe Pesce e Cesare Maia fanno del microfono una vera palestra di giornalismo. In “L’altra mattina” vengono raccontate le pagine dei principali quotidiani, si aprono collegamenti direttamente con la radio vaticana e tanto spazio viene dedicato allo sport: si trasmettono in diretta le partite di Cossatese e Biellese, viene dato spazio a ciclismo, basket e al rally della lana Biella-Oropa. La radio è anche organizzatrice delle prime tre edizioni del carnevale del Piazzo.
C’è naturalmente anche la musica: Paolo Pandini e Alex Braschi sono i primi dj. «Sono entrato in radio quando avevo 17 anni – racconta quest’ultimo – All’inizio lavoravamo ancora in regime di censura, una volta non abbiamo potuto mandare in onda “Ti amo” di Tozzi». Braschi appare anche in tv, sull’allora Telemilano, a sfidare altri disc jokey nella trasmissione “Popcorn”. Nel 1982 è protagonista di un’infinita diretta di 24 ore, organizzata in collaborazione con Sorrisi e Canzoni e diventata caso nazionale.
Negli anni Novanta prende la direzione dei programmi Carlo Maria Zorzi: «Facevamo prima di tutto un servizio per i cittadini: due collegamenti al giorno con Oropa per consentire a tutti coloro che non erano presenti fisicamente di esserlo almeno con l’ascolto. E poi c’era la musica, la rassegna stampa quotidiana, le rubriche. A un certo punto ne creammo di buone notizie, un’alternativa ai notiziari pieni di morti».
Uno dei protagonisti del pomeriggio musicale è Mauro Pollotti, oggi sulle colonne della Nuova Provincia: «Arrivavo da TeleBiella, dove stendevo il notiziario. Ho sempre desiderato fare radio, mi ha sempre affascinato la magia dello speaker che arriva direttamente nelle case delle persone». Ogni giorno va in onda con “Pomeriggio in musica”, trasmissione di dischi a richiesta.
Nel 1993 con l’iniziativa “Sorella Radio un’antenna per l’Africa” Radio Linea Verde promuove la nascita di un’emittente dei frati cappuccini a Capo Verde. Proprio l’Africa si prenderà il suo ultimo direttore, la cui partenza segna anche la fine dell’emittente: Zorzi parte missionario per il continente nero, dove resterà per più di vent’anni.
(4 – Fine)
Gaia Quaglio
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