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Cronaca

Open day “hackerati” con porno e video nazisti: almeno cinque le scuole biellesi già colpite

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Video porno, inni nazisti, insulti e bestemmie durante gli open day dedicati agli alunni di quinta elementare. Sono almeno cinque le scuole medie biellesi vittime di attacchi di questo genere negli ultimi giorni, ma il fenomeno è molto più ampio e riguarda parecchie città italiane. Si tratta di una vera e propria offensiva informatica, anche se verosimilmente messa in atto da adolescenti. Viene definita zoombombing e ha fatto cadere in trappola diversi istituti del Paese, da Venezia a Padova, da Macerata a Legnano.
Le segnalazioni sono tutte simili: qualcuno si infiltra negli incontri organizzati sulla piattaforma Meet, ne prende il controllo e diffonde materiale pornografico e imbarazzante.
Su quanto successo sta tentando di fare luce la polizia postale e delle telecomunicazioni, messa sotto pressione dal costante aumento di reati sul web, a fronte di organici troppo spesso ancora non adeguati a questa nuova situazione.
Il numero di segnalazioni e la diffusione a livello geografico fa pensare a una sorta di azione coordinata, forse una delle tante, troppe, sfide assurde che rimbalzano sul web. Una challenge senza senso per mettere alla prova il coraggio, in stile Blue whale e Jonathan Galindo, anche se meno pericolosa.
La domanda, ora, una volta emersa la vulnerabilità della piattaforma utilizzata dal Ministero dell’Interno, è semplice: come evitare nuovi casi?
Il primo fondamentale consiglio, a coloro che si apprestano a organizzare incontri di questo tipo per i futuri potenziali iscritti, è quello di non pubblicizzare i link di invito, ma di inviarli in maniera diretta a genitori e istituti interessati, per evitare che malintenzionati ne vengano in possesso e riescano a rovinare le iniziative dedicate all’orientamento scolastico.

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