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Cronaca

Dopo la truffa, la minaccia: “Guardati le spalle”

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Le aziende cossatesi truffate sull’acquisto di cancelleria un anno fa non si danno per vinte, ma la faccenda prende una brutta piega e oltre all’inganno adesso arriverebbero anche le minacce. All’imprenditore che per primo aveva creato allerta, segnalando il danno al nostro giornale, ora sarebbe stato detto di “guardarsi alle spalle”. Intanto su Facebook nasce un gruppo in cui si raccolgono decine di testimonianze che riportano imbrogli simili.

Le aziende cossatesi truffate sull’acquisto di cancelleria un anno fa non si danno per vinte, ma la faccenda prende una brutta piega e oltre all’inganno adesso arriverebbero anche le minacce. All’imprenditore, che per primo aveva creato allerta, segnalando il danno al nostro giornale, ora sarebbe stato detto di “guardarsi alle spalle”. Intanto su Facebook nasce un gruppo in cui si raccolgono decine di testimonianze che riportano imbrogli simili.

“Si chiama ‘Attenzione al raggiro di essegi’ – fa sapere l’amministratore del profilo, che chiede di mantenere riserbo sul nome, pur essendo di pubblica consultazione sul social -. Il gruppo nasce da una volontà comune di tutti noi truffati per poterci confrontare, aiutare ed è stato realizzato ascoltando i suggerimenti dell’ufficio della Polizia postale di Biella. Però, la mossa di creare uno spazio su Facebook non dev’essere piaciuta a chi mette in campo i raggiri. Giovedì scorso ho ricevuto la telefonata di un signore che mi diceva di guardarmi alle spalle, che mi perseguiterà, in quanto, stando sempre alle sue parole, pare sia stato licenziato dalla società Essegi in seguito alle nostre continue segnalazioni mediatiche. Per ora voglio considerare la telefonata soltanto uno sfogo, una scemata, detta magari per intimorire. Il gesto è stato comunque segnalato alle Forze dell’ordine. Il gruppo – prosegue l’amministratore – non rappresenta una battaglia personale, ma la volontà di una quarantina di persone truffate e le segnalazioni che riceviamo sono in aumento e giungono dal Piemonte e dalla Lombardia, soprattutto dalla zona di Cuneo. Vogliamo creare uno stato di attenzione. Io amministro il gruppo, ma mi considero cronista di quanto accade con questi personaggi, i quali ci contattano per sollecitare i pagamenti di fatture gonfiate, i cui importi di fatto non corrispondono al quantitativo di materiale ordinato. Le telefonate avvengono tramite numeri fissi, non riconducibili al mittente. L’azienda che ci ha truffati si affida a pseudo avvocati che ci invitano a pagare anche prima della scadenza”.

Il contatto avverrebbe sempre con mezzi ufficiosi, non del tutto trasparenti. “Come ho già detto – conclude l’amministratore del gruppo – per ora, non prendo la telefonata di minaccia sul serio. La cosa non mi spaventa. Non capisco però perché il tizio che mi ha telefonato non sia rivolto alle Forze dell’ordine. Anche lui, se è davvero come dice, sta subendo un danno”.

Intanto, nel gruppo social sono riportate le testimonianze di molte persone che avrebbero  subito la  medesima forma di raggiro.

Anna Arietti

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