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Cossatese

Nell’antico forno consortile del 1700 a Cossato è stato fatto il pane fino a tre anni fa

Enrico Ottina e Ugo De Tommasi raccontano storia e ricordi della costruzione presente alla frazione Margherita grazie alla quale ancora fino al 2019 si cuoceva il pane

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COSSATO – Alla frazione Margherita, dirimpettaio all’omonimo oratorio, nella piazzetta Carlo Felice Fecia di Cossato, sorge uno dei forni per fare il pane più antichi del Biellese.

«La costruzione risulta di proprietà di undici case della borgata – spiega Enrico Ottina, più conosciuto come “Ricco”, 76 anni, -. Ognuna ne possiede una porzione. C’era anche un altro forno, ma purtroppo non esiste più».

La costruzione di recente è stata deturpata; se ne accorge Enrico, che evidenzia l’ammanco, un pezzo di grondaia. “Ian rancala via – l’hanno strappata via, dice scocciato -“.

La targa apposta sul muro, su cui c’è scritto “Forno consortile”, fa risalire la costruzione al 1700.
«Stando alle citazioni che si trovano nei documenti, risulta essere invece del 1500 – spiega ancora -. Quando ero bambino era già così come lo vediamo oggi. Ricordo che c’era una signora che faceva il pane ogni tre giorni per la gente della frazione, per chi lo voleva. Praticamente il forno era sempre caldo. Si accendeva con due fassin-e – fascine, fascio di sterpi, ramoscelli -. È rimasto abbandonato fino al giorno in cui, a me e all’Adriando Durando, che è mancato poco più di un anno fa e che era originario della borgata, è venuta l’idea di ristrutturarlo. I lavori, che si sono svolti nel 2005, li aveva gestiti la Pro loco. Per qualche anno, forse anche una decina, è stata organizzata la festa del pane. Qualche volta erano venuti anche i bambini delle scuole a cuocere le loro pagnottine. Il forno è completamente fermo dal 2019».

Ai ricordi di Enrico Ottina, si aggiungono quelli di Ugo De Tommasi, 79 anni, che era membro della Pro loco.
«La ristrutturazione era avvenuta grazie ai fondi, circa 11 mila euro, ottenuti dalla Cassa di Risparmio di Biella e dall’amministrazione comunale di Sergio Scaramal – dice -. L’avevamo inaugurato con l’aiuto di un gruppo musicale e poi tutti gli anni, con la collaborazione dei residenti, organizzavamo la “Festa del pane”, che si svolgeva nel mese di luglio.
Veniva a suonare anche la banda della Filarmonica cossatese. Il conte Ludovico Fecia, mancato di recente, ci lasciava visitare il giardino e allestivamo una mostra fotografica. Proponevamo i panini con il pane cotto nel forno. Erano delle belle pagnotte di diversi etti».

La residenza secentesca, Villa Fecia, accoglie un giardino all’italiana con basse siepi di bosso, roseti e una grande varietà di arboree. Accanto, sempre affacciato sulla piazzetta, sorge l’oratorio di Santa Margherita in stile medievale.

 

ar.a

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