Attualità
Eccidio di piazza Martiri della Libertà, martedì la commemorazione dell’80° anniversario
La testimonianza di chi visse quei momenti: ” …i ragazzi vennero fucilati prima cinque, poi altri cinque che dovettero passare sui corpi dei primi cinque, e così fino al quarto gruppo formato dagli ultimi sei”
BIELLA – Si svolgerà martedì 4 giugno la commemorazione dell’80° anniversario dell’eccidio di piazza Martiri della Libertà, avvenuto il 4 giugno del 1944. Nella cerimonia saranno ricordati i 21 partigiani fucilati all’ombra del monumento a Quintino Sella, il più giovane dei quali non aveva ancora compiuto diciotto anni.
Eccidio di piazza Martiri della Libertà, il programma
Il programma prevede il ritrovo alle 18 sotto i portici di palazzo Oropa. Il corteo si muoverà percorrendo via Italia per raggiungere il monumento ai caduti in piazza Martiri, dove sarà deposta una corona d’alloro. Interverranno il sindaco di Biella Claudio Corradino e il presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia Gianni Chiorino. Alla commemorazione parteciperà la Banda Giuseppe Verdi – Città di Biella.
La testimonianza di qui tragici momenti
“Arrivati in piazza, una parte dei militi scese e si schierarono, quindi fecero scendere i prigionieri e il rimanente dei militi […] Mio fratello Pietro, allora, si tolse la giacca e la diede a Firmino[l’autista della corriera] […]Si rimboccò le maniche della camicia, poi chiese a Firmino se aveva una sigaretta: Firmino gliela accese e Pietro se la mise tra le labbra, poi prese sottobraccio Martino e Giovanni – gli altri due di Donato –, si avviarono verso il gruppo in centro della piazza nelle vicinanze del cumulo di terra che copriva il rifugio antiaereo[…]i ragazzi vennero fucilati prima cinque, poi altri cinque che dovettero passare sui corpi dei primi cinque, e così fino al quarto gruppo formato dagli ultimi sei che dovettero assistere alla fucilazione, dei quindici compagni che li avevano preceduti, attendendo la loro”.
Con questa testimonianza di Rina Valè, sorella di Pietro iniziava il lungo articolo di Rolando Magliola pubblicato sul nostro giornale che rievocava i tragici fatti che hanno avuto come teatro l’attuale piazza Martiri della Libertà. Un luogo della memoria dove ogni anno il 4 di giugno vengono ricordati i 21 partigiani fucilati all’ombra del monumento a Quintino Sella.
Riprendono le formazioni partigiane biellesi
Intorno alla metà di maggio del 1944 il fronte italiano, dopo mesi di stallo, si rimise in movimento: le armate statunitensi e britanniche riuscirono finalmente a sfondare la linea difensiva tedesca a sud della città di Roma, che fu raggiunta e liberata il 4 giugno.
Le conseguenze di questi mutamenti intervenuti nella situazione generale non tardarono a farsi sentire sul territorio italiano ancora occupato dai tedeschi, e in particolare nelle regioni del Nord. Vi fu, così, una riorganizzazione dello schieramento nazifascista che riguardò anche il Biellese. Questa situazione favorì la ripresa delle formazioni partigiane biellesi che nel breve lasso di un mese (tra maggio e giugno) aumentarono i propri effettivi da 1.100 a 1929 uomini.
Il rastrellamento
Alla fine di maggio i nazifascisti furono comunque ancora in grado di organizzare un vasto rastrellamento che interessò tutto il bacino superiore dell’Elvo. Questo ebbe inizio la mattina di domenica 28 maggio. Tedeschi e fascisti, dopo aver bloccato tutte le strade di accesso, si mossero da tre direzioni (dalla valle dell’Elvo, dal Canavese e dalla Valle d’Aosta). Il buon esito del piano di accerchiamento messo in atto dai tedeschi fu dovuto soprattutto all’elemento sorpresa.
Dal Mombarone alla Serra
Terminato il rastrellamento nella zona del Mombarone, tedeschi e fascisti rivolsero la loro attenzione ai paesi della Serra, definiti da Luigi Moranino “santuari del partigianato”: nel corso di questa azione il 3 giugno furono catturati altri sette garibaldini e un giovane di Torrazzo, Vittorio Menaldo.
Il più “anziano” aveva 33 anni
Tutti i prigionieri furono condotti a Biella e incarcerati al Piazzo: considerati “fuorilegge” in base al bando del 18 aprile, erano destinati alla fucilazione. La mattina del 4 giugno 1944 i ventuno ragazzi (il più anziano, Giovanni Cossavella, aveva 33 anni) furono prelevati dal carcere dai militi fascisti del 115° battaglione “Montebello” e condotti in piazza Q. Sella dove vennero fucilati (Fonte Rolando Magliola).
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook