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Ambulatorio tumori eredo-familiari: un nuovo presidio a Biella
I tumori ereditari rappresentano circa il 10-15%.

Ambulatorio tumori eredo-familiari: un nuovo presidio a Biella
Ambulatorio tumori eredo-familiari: un nuovo presidio a Biella
In ambito oncologico, i pazienti dell’ASL BI possono contare su un servizio in più: è nato un ambulatorio dedicato ai “Tumori Eredo-Familiari”, a cura di un’équipe multidisciplinare di professionisti. I tumori ereditari, che si sviluppano a partire da una predisposizione genetica, rappresentano circa il 10-15% di tutti i tumori. Individuare precocemente tale predisposizione ha un impatto cruciale sulla salute pubblica, poiché consente di attivare misure efficaci di prevenzione, come la chirurgia di riduzione del rischio e programmi di sorveglianza mirata, capaci di ridurre significativamente incidenza e mortalità.
Con un approccio centrato sulla persona e sulla prevenzione, l’ASL di Biella si prende cura non solo dei pazienti oncologici, ma anche dei loro familiari sani che, in presenza di alterazioni genetiche ereditarie, presentano un rischio aumentato di sviluppare la malattia.
Questa visione integrata si realizza attraverso un team multidisciplinare composto da oncologi, ginecologi, chirurghi, gastroenterologi, dermatologi, oculisti, urologi, radiologi, anatomo-patologi, psicologi e infermieri, tutti impegnati in un percorso di cura condiviso.
Da aprile 2025 è quindi attivo il nuovo Ambulatorio dei Tumori Eredo-Familiari, nato con un duplice obiettivo: valutare, in base alla storia familiare, l’opportunità di eseguire test genetici in soggetti sani e accompagnare nel percorso di presa in carico coloro che risultano portatori di mutazioni genetiche predisponenti.
La regia di queste attività è affidata al Centro Accoglienza Servizi (CAS), che opera all’interno della Struttura Complessa di Oncologia.
“Con l’istituzione di questo ambulatorio – ha dichiarato il Dott. Francesco Leone, Direttore del Dipartimento di Oncologia – “l’ASL BI consolida il suo impegno nel rafforzare le sinergie professionali e la cultura della prevenzione, guardando alla salute come a un bene collettivo e intergenerazionale”.
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