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Unione Industriale Biellese, il convegno sulla parità retributiva

Al centro del confronto la parità tra i generi

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Si è svolto nei giorni scorsi all’Unione Industriale Biellese il convegno Parità e trasparenza retributiva: adempimenti ed opportunità per imprese e lavoratori. Al centro dell’incontro, organizzato dall’Uib con gli Ordini Professionali interessati e con la collaborazione di certificatori, è stata posta la parità tra i generi che, sotto molti aspetti, nell’ambito lavorativo costituisce un argomento di grande attualità. Il convegno, infatti, si è proposto come un momento di esame della attuale normativa e degli adempimenti delle imprese, ma anche delle opportunità che può offrire, in vari campi, una corretta policy di genere.

Gli aggiornamenti normativi

La parità recentemente ha visto un nuovo intervento normativo da parte dell’Unione Europea. La legge 162/2021 ha infatti modificato il Codice delle Pari Opportunità prevedendo, per le imprese, l’aggiornamento del rapporto biennale sulla situazione del personale, introducendo inoltre una specifica certificazione (secondo criteri UNI) ed un sistema premiale con una riduzione dei contributi.

Inoltre, nel maggio scorso il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva 2023/970 sulla parità di retribuzione tra uomini e donne, che introduce nuove misure di tutela, regole di trasparenza nelle informazioni nonché un monitoraggio sul divario retributivo di genere.

L’intervento di Tatiana Biagioni, avvocato, presidente nazionale Associazione Giuslavoristi Italiani

Il punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici è stato messo in luce da Tatiana Biagioni, avvocato del Foro di Milano, che ha sottolineato come occuparsi di parità e trasparenza in una gestione virtuosa dei rapporti di lavoro, sia la chiave di volta per ridurre la disparità vigente e, di conseguenza, per recuperare i punti di Pil che essa genera a causa di un mercato del lavoro con un differenziale occupazionale di genere del 18% a scapito delle donne.

A questo proposito, ha evidenziato come sia importante che tali informazioni possano essere accessibili da parte dei lavoratori stessi, oltre che dagli organi preposti, perché la trasparenza è la via migliore per ridurre la disparità. Fin dalla legge del 1991, infatti, è prevista la possibilità di redigere un Rapporto del personale, con obbligo solo per le aziende oltre i 100 dipendenti, in cui era possibile mettere in luce dati aggregati fondamentali e divisi per genere: la distribuzione del personale nelle diverse aree dell’azienda, le opportunità di formazione, la retribuzione.

Con la Riforma del 2021 sono state introdotte importanti novità: la soglia per dover redigere il Rapporto del personale scende ad aziende con 50 dipendenti e sono introdotti altri parametri, come la presenza di politiche di conciliazione e di politiche aziendali che favoriscono l’inclusione. restano però margini di miglioramento come la possibilità di estendere l’obbligo di redigere il Rapporto del Personale anche alle imprese di dimensioni più ridotte e, soprattutto, la possibilità da parte dei lavoratori che conoscere i dati a livello aggregato, in totale trasparenza.

I temi del convegno

Grazie alla moderazione di Giovanna Prato, avvocata del Foro di Biella, l’incontro è dunque proseguito con l’intervento di Simonetta Candela, avvocato del Foro di Milano, che ha portato il punto di vista delle imprese mentre Simone Varva, professore associato di diritto del Lavoro, Università di Milano-Bicocca, si è concentrato sulla Direttiva UE 2023/970 sul rafforzamento della parità retributiva di genere: i profili più significativi.

L’incontro è dunque proseguito con Pierpaolo Arca e Maurizio Torre di AENOR ITALIA Srl, Organismo di certificazione, che hanno portato alcuni casi pratici di certificazione delle imprese. Manuela Maffiotti, consulente del Lavoro in Biella e componente Comitato Asseco Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha infine parlato di Asse.co: l’asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro.

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