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Troppi cinghiali e caprioli in Baraggia

Il rischio di incidenti è sempre più alto

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La zona della Baraggia e Lungo Sesia è letteralmente “assediata” dai caprioli e dai cinghiali e i cacciatori sono sempre meno ed impotenti.

Come si registra in diverse località di tutto il Piemonte anche la zona vercellese, da Ghislarengo a Masserano passando per Roasio deve fare i conti con gli animali selvatici che continuano a moltiplicarsi. E spesso capitano incidenti. L’ultimo ancora qualche giorno fa.

«Situazione ingestibile»

«Non è una novità, ormai siamo pressoché avvezzi a questo aumento spropositato di ungulati – evidenzia Enis Landi, presidente delle doppiette di Arborio -. Nella nostra zona in particolare abbiamo assistito ad un aumento spropositato di caprioli. La situazione sta diventando davvero ingestibile. Nella zona di Roasio e Curino, dove vado anch’io di solito, non si può più fare caccia di cinghiale. Con l’incendio del 2019 e la mancanza di piante, è proibito andare a “ricerca” di cinghiali e questi animali non sono stupidi: si rintanano proprio in queste zone perché sanno che nessuno li può toccarli. Nella nostra area invece, con la riserva, i cinghiali forse sono meno, ma c’è un altro problema: i caprioli».

Le soluzioni

Difficile trovare una soluzione. «Cinghiali e caprioli creano danni ai raccolti e possono essere causa di incidenti. Nella nostra zona gli esemplari più comuni, “cugini” dei maiali, in questo periodo non sono molti perché il riso deve essere ancora raccolto. Vedremo cosa accadrà successivamente. I caprioli sono numerosissimi invece. Il rovescio della medaglia è che i cacciatori sono destinati a sparire».

Nel mentre è in atto, infatti, una vera e propria emorragia di doppiette. «Anni fa eravamo in 50, oggi, se va bene siamo in 18 ad Arborio – precisa il referente del gruppo vercellese -e il trend è simile nel circondario. Ormai i costi proibitivi e le restrizioni sempre più insistenti fanno desistere le persone a praticare la caccia. I giovani per altro non sono interessati alla nostra attività…».

Ci si domanda allora a questo punto quale potrebbe essere la soluzione per porre un rimedio alle due situazioni critiche. «Per gli animali selvatici occorrerebbe fare battute di caccia in aree selezionate, il problema è che sarebbe impopolare: l’opinione pubblica non sarebbe d’accordo – conclude Landi -. E per i cacciatori: forse diminuire i costi per la pratica potrebbe essere un buon incentivo per avvicinare nuovi utenti…».

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