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«Siamo rimasti in piedi. Il punto debole? La rete elettrica troppo vecchia»
Il bilancio del presidente della Provincia dopo l’ondata di maltempo: «Nonostante i colpi, abbiamo resistito. Ringrazio uno ad uno i 74 sindaci, hanno lavorato giorno e notte»

«Siamo rimasti in piedi. La più grande fragilità che abbiamo riscontrato? La fortissima vulnerabilità che il Paese, e quindi anche il Biellese, ha a causa della rete di distribuzione dell’energia elettrica, che è vecchia e vetusta».
Non le manda a dire Emanuele Ramella Pralungo, presidente della Provincia, all’indomani delle 48 ore di fuoco dell’emergenza maltempo.
«Siamo rimasti in piedi»
«Il ministero – chiarisce – dovrebbe chiedere conto alle società che gestiscono la rete a livello nazionale. Domandare per quale ragione non si sia in grado di garantire tempi d’intervento decenti quando ci sono queste situazioni d’emergenza. Tutti i nostri comuni hanno avuto almeno una frazione rimasta senza corrente. In un’area di Salussola il black out è durato 36 ore, solo per fare uno degli esempi peggiori. Nel 2024 il sistema Italia non può collassare così, non può lasciare le persone senza corrente e al freddo così a lungo. Quando ci sono allarmi di queste proporzioni, bisogna essere organizzati per intervenire in tempi più brevi. A Occhieppo, ad esempio, è intervenuta una squadra dalla Liguria per risolvere il problema, squadra che io ringrazio dal profondo del cuore. È evidente, però, che se devi arrivare dalla Liguria non puoi risolvere il guasto in un’ora…».
Bilancio positivo
Più in generale, per il presidente il bilancio della gestione delle fasi più critiche è stato positivo: «Diciamo che abbiamo preso un bel po’ di pugni in faccia – continua Ramella Pralungo -, ma a differenza di altri territori e di altre volte siamo rimasti in piedi. Ciò significa che gli interventi fatti in passato sono serviti. Che il sistema di allerta ha funzionato e che i 74 sindaci biellesi hanno lavorato e vegliato notte e giorno. Io ero uno di loro, ma avevo anche un ruolo di coordinamento in quanto presidente, quindi mi sono sentito un po’ un giocatore-allenatore di questa squadra. Ci tengo a ringraziarli pubblicamente uno per uno. Perché i sindaci sono quotidianamente oggetto di scherno e di offese, magari per un tombino. Ma poi sono loro quelli che rimangono svegli a presidiare strade, ponti, situazioni critiche…».
«Se siamo rimasti in piedi, se siamo una delle realtà che conteranno meno danni, è merito di tutta quella gente – conclude -. Non solo i primi cittadini, ma tutti gli uomini e le donne che si sono dati da fare giorno e notte, h24. Da chi preparava i comunicati a chi prendeva le telefonate, meritano di essere tutti ringraziati dal profondo del cuore».
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