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«Quattro anni fa sono stato cacciato dal bar delle Funivie. Ora dirigo un ristorante negli Usa da 10 milioni di dollari»

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Quattro anni fa era in una situazione disperata, senza prospettiva. Oggi a soli 30 anni è diventato manager di un ristorante nei pressi di Washington, Stati Uniti, con 40 dipendenti e un fatturato di 10 milioni di dollari. E dalla sua attuale posizione, Alessandro Passaglia, questo è il suo nome, vuole togliersi alcuni sassolini. In particolare contro Gianni D’Adamo che, nella sua veste di presidente delle Funivie d’Oropa, a suo tempo lo aveva rimosso dalla gestione del bar.

Quattro anni fa era in una situazione disperata, senza prospettiva. Oggi a soli 30 anni è diventato manager di un ristorante nei pressi di Washington, Stati Uniti, con 40 dipendenti e un fatturato di 10 milioni di dollari. E dalla sua attuale posizione, Alessandro Passaglia, questo è il suo nome, vuole togliersi alcuni sassolini. In particolare contro Gianni D’Adamo che, nella sua veste di presidente delle Funivie d’Oropa, a suo tempo lo aveva rimosso dalla gestione del bar.

 

«Quattro anni fa – spiega Passaglia – da giovane imprenditore gestivo il ” Bar delle Funivie Oropa” ma l’allora presidente D’Adamo fin dal primo momento ha sempre avuto un atteggiamento negativo nei miei confronti, chiedendomi un adeguamento del contratto che assolutamente era fuori da ogni logica. Passare da 250 al mese a quasi 900 in ragione del bilancio delle Funivie. Come lei sa a Oropa si lavora due o tre mesi l’anno in estate se riceviamo la grazia del sole. Il resto dell’anno sono solo costi e zero entrate. Io fermamente dissi di no».

 

La richiesta del responsabile della Fondazione Funivie impegnato nell’operazione di risanamento viene dunque respinta.

 

«Dopo qualche mese – continua la testimonianza – sciando mi sono rotto tibia e perone e complice un’annata disastrosa ho pagato in ritardo (ero all’ospedale) due rate dell’affitto. Il signor D’Adamo per liquidarmi si è avvalso seduta stante della clausola risolutiva espressa. Non ha voluto sentire ragioni. Ho investito piu di 50.000 euro per questa attività e mi ha liquidato con 4.000, lasciandomi sul lastrico».

 

Chiusa una porta se ne aprono altre e Alessandro Passaglia si è messo immediatamente alla ricerca di nuove possibilità. «Da qui – prosegue la sua testimonianza – è iniziata la mia fortuna, sono andato prima in Toscana, poi a Londra, poi sulle navi da crociera in mezzo mondo e alla fine ad Orlando in Florida a lavorare per The Disney Company. In tre anni mi hanno promosso da assistant bartender, bartender, bar manager e ora mi hanno trasferito e promosso a Washington in un ristorante da 400 coperti e 10 milioni di dollari di fatturato come Restaurant Manager. Gestisco più di 40 dipendenti e ho contatti con istituzioni locali e alcuni politici americani. Il ristorante si chiama Naples e si trova a Behtesda, La prima città’ del Maryland oltre il triangolo del District of Columbia . Serviamo fantastico italian food and pizza. La mia compagnia vanta più di quaranta ristoranti tra Stati Uniti e Giappone, tutti di lusso e di ottima qualità. Sono estremamente felice di essere qua e la mia carriera e vita in soli quattro anni è cambiata. Da non avere un soldo grazie a quello che mi era stato fatto a vivere bene e avere grandi progetti in uno dei Paesi più democratici e liberi del mondo in una mansione di prestigio».

 

Dopo il dovuto personale ringraziamento alla sua patria di adozione («L’America è un Paese dove chi vale viene tenuto in considerazione»), l’uomo non riserva altrettanto calore al sistema Italia: «Il mio è stato semplicemente un altro caso in cui la mediocrità della politica lascia sfuggire, anzi punisce e frena sul nascere, i talenti che hanno a disposizione».

 

Un ultimo pensiero è rivolto all’ex presidente delle Funivie: «So che ora il signor D’Adamo sta avendo una grande carriera politica e personale, ma io, molto più giovane di lui, ho progetti e idee che mi porteranno a raggiungere grandi risultati nell’immediato futuro. Grazie Gianni di avermi cacciato».

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