Primo maggio Biella: preoccupazione per il mondo del lavoro

Primo maggio Biella: preoccupazione per il mondo del lavoro

Soddisfazione per la manifestazione del Primo maggio, preoccupazione per il mondo del lavoro e del tema della sicurezza. Così, in sintesi, fotografano il corteo, il comizio e la partecipazione di giovedì da Piazza Martiri ai Giardini Zumaglini, Lorenzo Boffa ed Elena Ugazio.

I sindacati

«Una manifestazione molto partecipata, di cui siamo molto contenti – commenta Boffa, segretario provinciale della CGIL -. Resta aperto il grande tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, centrale della ricorrenza della festa dei lavoratori. Sicurezza che molto spesso il sistema produttivo vive come un costo anziché un investimento. In questo senso va cambiato radicalmente l’approccio alla questione, da parte di tutti i soggetti coinvolti. Bisogna affrontare e cambiare il paradigma anche da un punto di vista culturale. E quindi servono investimenti e controlli. Le risorse ci sono e vanno utilizzate, in modo che gli enti preposti abbiamo il numero di addetti e di personale adeguato. Non è così, invece, oggi. Anche se le risorse dell’Inail nel bilancio consentirebbero assunzioni e formazione adeguate. Su questi temi erano incentrati gli interventi della festa, che restano all’ordine del giorno anche dopo la manifestazione e il suo successo in piazza».

Sicurezza sul lavoro

«La sicurezza sui luoghi di lavoro è una priorità del Paese. Il richiamo espresso dal presidente della Repubblica Mattarella deve essere un punto di riferimento per tutti – argomenta Ugazio, segretaria generale per il Biellese della CISL -. La scia di sangue sui luoghi di lavoro deve essere interrotta. I numeri gridano vendetta per un Paese civile. La soluzione per invertire la marcia, esiste. Occorre un patto di corresponsabilità tra tutti i soggetti, istituzionali e non, che si occupano di lavoro e di lavoratori. A Vercelli, il tavolo prefettizio è un esempio virtuoso da seguire. Servono più controlli, certo, che però devono anche diventare non solo punitivi ma anche d’aiuto».

«Le vittime sui luoghi di lavoro sono inaccettabili, ma i problemi sono tanti – aggiunge Ugazio -. Passano sotto silenzio, troppo spesso, invalidità o malattie professionali che magari si manifestano dopo anni. Si tratta di problemi importanti, che incidono sulla qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici».

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