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Perdite fino al 100% per la frutta Made in Piemonte

Il 2021 sarà ricordato come l’anno nero per l’ortofrutta

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Quasi 1,5 milioni di perdite stimate in 80 aziende dislocate in sei comuni che hanno riscontrato il 100% di danno. Il 2021 sarà ricordato come l’anno nero per l’ortofrutta italiana. Il settore è stato colpito dagli effetti del meteo impazzito a causa dei cambiamenti climatici fra gelo, grandine, bombe d’acqua, tempeste di vento e siccità che hanno devastano campi, serre e raccolti danneggiando, proprio mentre cresce nel mondo la richiesta di cibi salutistici, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy. Una situazione drammatica che colpisce produttori e consumatori con un pesante impatto sull’economia, il lavoro e il territorio. Tutto questo è al centro del Macfrut di Rimini, il più grande salone della frutta e verdura Made in Italy inaugurato il 7 settembre.

L’annata è stata fortemente colpita dal maltempo, in particolare dalle gelate e dalla grandine, che ha causato perdite del 70% per albicocche e susine e anche fino al 100% per pesche e kiwi, ma anche di cachi. Nei comuni di Alice Castello, Borgo d’Ale, Cigliano, Livorno Ferraris, Moncrivello e Saluggia si contano perdite di oltre 1,4 milioni nelle circa 80 aziende colpite, estese su 138 ettari. Per quasi la totalità di queste imprese la percentuale di danno è del 100%. Discorso simile lo si può fare anche sulle altre zone del Vercellese e sul territorio del Biellese.

 

“L’andamento climatico ha fatto sì che ci sia stato un impatto fortemente negativo su tutto l’indotto frutticolo con manodopera pressoché azzerata – spiegano il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il direttore Francesca Toscani – Di conseguenza si è riscontrata una netta perdita di reddito per le imprese e per le famiglie che solitamente in stagione potevano avere un lavoro assicurato proprio dalla raccolta della. In certe zone del territorio, invece, la raccolta è stata addirittura nulla a causa delle gelate e degli sconvolgimenti climatici con grandinate, raffiche di vento e trombe d’aria. Con il modificarsi della distribuzione delle precipitazioni per salvaguardare la produzione occorrono – rimarcano Baudo e Toscani – immediati interventi strutturali al fine di accumulare l’acqua quando cade e distribuirla quando manca, soprattutto nelle aree interne. Proprio alla luce dei cambiamenti climatici in atto e con il costante aumento delle temperature e, spesso, la ridotta disponibilità di acqua, sono necessari nuovi investimenti infrastrutturali finalizzati a ridurre i costi di produzione delle aziende. Inoltre, ancora più importante, una riduzione del carico contributivo oltre alla necessità di liquidità da parte del sistema bancario poiché per molte imprese i prossimi incassi saranno solo a partire da settembre 2022”, concludono.

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