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Parte dal Biellese il primo itinerario Slow Food Travel

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Parte dal Biellese il primo itinerario Slow Food Travel

Si è svolta alla Trappa di Sordevolo, la presentazione del primo itinerario Slow Food Travel italiano. Il progetto, finanziato dallaCompagnia di San Paolo, prevede la prossima realizzazione anche di un altro percorso in Piemonte, nella Valle del Tanaro.

L’incontro – moderato da Michele Rumiz, responsabile di Slow Food Travel – ha visto la partecipazione dei seguenti relatori: Massimo Coda Spuetta, Compagnia San Paolo; Roberto Costella, coordinatore Slow Food Piemonte; Nazarena Lanza, coordinatrice Slow Food Travel Montagne Biellesi; Enrico De Luca, di “Viaggi e Miraggi”; Gilberto Pozzallo, fiduciario Condotta di Biella; Giuseppe Pidello, coordinatore della Rete Museale Biellese.

 

Michele Rumiz ha introdotto il progetto: «Dopo l’esperienza pilota dell’Alpe Adria in Carinzia (Austria), Slow Food entra anche in Italia nel mondo del turismo con un progetto che va oltre il semplice percorso, ma prevede la creazione di una rete locale di aziende locali – produttori, ristoratori, strutture d’accoglienza – che, in coerenza con la filosofia di Slow Food, diventano un prodotto turistico col valore aggiunto della sostenibilità e dell’autenticità. Al centro del progetto ci sono il cibo e la sua produzione che diventano esperienza per il viaggiatore. L’obiettivo è la costruzione di una comunità conviviale che interagisce e fa sistema accogliendo il visitatore e costruendo uno scambio umano di conoscenze ed esperienze. Seguendo i percorsi Slow Food Travel, i visitatori possono conoscere la storia dei prodotti del territorio, scoprire i paesaggi di cui sono parte e partecipare a laboratori di degustazione direttamente dai produttori».

 

Massimo Coda Spuetta: «La Compagnia di San Paolo ha stimolato, partecipato e sostenuto in questi ultimi anni il progetto Slow Food Travel, perseguendo l’obiettivo di consolidare il rapporto tra i territori e i produttori autentici dei cibi locali, in particolare montani e della filiera agro-pastorale. L’obiettivo è duplice: dal lato dei produttori, incrementare il valore aggiunto dei loro prodotti e il livello potenziale del reddito conseguibile; dal lato dei territori e delle opportunità turistiche, dimostrare che i prodotti locali, purché autentici e radicati nell’esperienza locale, sono un potente fattore di interesse e di attrazione. Il Biellese, seppure in una situazione molto indebolita negli ultimi anni, può ancora recuperare elementi distintivi in proposito, ed è significativo che sia il primo territorio italiano in cui si realizza il progetto, grazie anche ad una capacità progettuale e di rete che in particolare in Valle Elvo si è dimostrata eccellente».

 

«E’ un bel risultato per la Condotta di Biella» testimonia il fiduciario Gilberto Pozzallo. «Il trovarsi e discutere di accoglienza, filiere e attività da proporre ai visitatori ha creato una migliore consapevolezza del patrimonio diffuso del territorio. Perché il progetto non coinvolge solo le strutture produttive, la ristorazione e l’accoglienza, fondamentali in un percorso come questo, ma anche gli attori culturali che da tempo collaborano con noi».

 

Slow Food Travel Montagne Biellesi hanno aderito in questa prima fase 35 aziende (di cui si può trovare qui la descrizione) di medie, piccole o piccolissime dimensioni. Si va dai bed&breakfast ai mulini, dagli apicoltori ai produttori agricoli, da chi gestisce una locanda in montagna a chi produce formaggio in modo tradizionale da animali al pascolo, dall’agriturismo al distillatore di oli essenziali, dal ristorante stellato al monastero. Il territorio coinvolto comprende l’area della Serra e delle valli Elvo e Cervo: montagne, torrenti, boschi, alpeggi e santuari.

 

In collaborazione con il tour operator Viaggi e Miraggi sono stati costruiti i primi percorsi, per favorire la partecipazione di gruppi organizzati.

 

Slow Food Travel dà un marchio nel quale riconoscersi a questa “biodiversità” di prodotti e persone, sfruttando le differenze come un valore aggiunto che rende più intensa e partecipata l’esperienza del turista, premiando chi investe nella qualità e nella formazione, costruendo relazioni umane, non esperienze seriali come succede a volte in questo settore. Proprio la formazione è stata un elemento chiave del progetto. I partecipanti sono stati infatti coinvolti dallo scorso gennaio in un percorso formativo che è stato anche il momento per discutere e condividere le linee guida proposte da Slow Food.

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