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Matrimonio all’insegna del film “Il ragazzo di campagna” con la cossatese Sandra Ambrosini

Una sorpresa per la madre della sposa, la mitica “Maria Rosa” del famoso lungometraggio di Pozzetto – FOTOGALLERY

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COSSATO – Evelyn e Danilo sono due giovani che domenica 17 settembre hanno deciso di pronunciare il fatidico “si”. L’hanno fatto tenendosi per mano nella chiesa di San Vittore a Locate Triulzi, un piccolo paesino della provincia di Milano.

Dopo la funzione, sposini e invitati si sono diretti nella location scelta per fare una grande festa piena di sorprese tra i tanti applausi, il tradizionale “bacio-bacio” e viva gli sposi.

Ad un certo punto: silenzio assoluto e parte la colonna sonora di un film che tutti abbiamo guardato almeno due volte: “Beato te contadino, beato te, sei forte, sei più ricco di un re” tratta da’ “Il ragazzo di campagna”, del 1984 diretto da Castellano e Pipolo con Renato Pozzetto. Ed ecco che gli sposi arrivano a bordo di un trattore, proprio come una scena del film, molti degli invitati avevano capito tutto, altri invece erano totalmente ignari, semplice: la mamma della sposa è la cossatese Sandra Ambrosini. La mitica Maria Rosa del film, quella ragazza genuina e campagnola, che, inizialmente, è rifiutata da Artemio (il nome del personaggio interpretato da Pozzetto), indirizzato invece verso Angela, una donna moderna e cittadina. Però alla fine lui ritorna al paesello alla corte di Maria Rosa: l’ultima scena, infatti, li ritrae mentre se ne vanno insieme a bordo di un trattore.

Quindi, il matrimonio, ad insaputa della mamma, è stato ambientato totalmente sul film: «E’ stata una grande sorpresa – spiega Sandra con la voce commossa -. In ogni tavolo c’erano appoggiate le liste dei nomi degli invitati rappresentati ognuno dalle varie scene del film con su stampata la foto di me e Renato sul trattore. E’ stato un matrimonio da favola. Mi sono emozionata tantissimo».

La sposa era veramente bella, ma anche lo sposo non scherzava. Ovviamente Evelyn, non aveva nulla a che veder con la giovane contadina piena di brufoli e le trecce: «Le scene dove c’ero io – commenta con nostalgia Sandra – erano state girate in un cascinale di Carbonara Ticino, un piccolo paesino della provincia di Pavia. Io ero molto giovane. Arrivavo dal “Guazzabluglio”, una trasmissione di Antenna 3. Tutto d’un tratto fui catapultata davanti ad un vero set cinematografico, lo presi come un gioco».

Se ti dico: “Chi vuoi che mi sposi, sono tutte vecchie bacucche la più giovane sei tu”. “C’è la Maria Rosa, la figlia del vinaio”, “no…la Maria rosa mi fa schifo, ha i brufoli”, cosa mi rispondi?
«Mi riporti indietro di tanti anni – commenta Sandra ridendo -, ricordo come avevano fatto a mettermi i brufoli, e vogliamo parlare delle trecce?»

Un bel film comico che raccontava in parte la vita contadina, con tutte le sue sfaccettature, alcune scene erano anche commoventi
«Si hai ragione, ad esempio quella che ritrae Artemio quando con un gruppo di anziani armati di sedie attendono il passaggio del treno come fosse uno spettacolo unico».
Dopo il film hai ancora avuto modo di sentire Renato?
«Si, ci siamo sentiti qualche volta, è una persona semplice, un grande artista. Tempo fa invece ho sentito Massimo Boldi (Severino Cicerchia nel film), abbiamo fatto un’intervista insieme che è poi stata inserita nel Dvd del film, dopo i titoli di coda».
Per te poteva essere un grande trampolino di lancio, come mai non hai voluto proseguire nel mondo del cinema? Le carte in regola le avevi tutte
«Perché pur essendo ancora molto giovane avevo pensato di sposarmi e mettere su famiglia».
In effetti anche la professione di mamma ti è riuscita molto bene, cosa auguriamo quindi agli sposi?
«Tanto bene ed una lunga vita colma di felicità».

 

Mauro Pollotti

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