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Luciano Angeleri, 81 primavere tra musica e opere

«Sono nato a Vercelli, la vita mi ha dato tanto, ho scritto canzoni poi diventate celebri, realizzato quadri e sculture, sono davvero soddisfatto»

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Prosegue con notevole soddisfazione il nostro emozionante e meraviglioso viaggio fra gli anziani del Biellese. Ogni numero raccontiamo una nuova storia sempre diversa. Se anche voi volete essere intervistati scrivete a direttore@laprovinciadibiella.it o chiamate la redazione al numero: 015.32383 oppure 346-7936093 (Mauro Pollotti).

Questa volta il nostro taccuino si è aperto a casa del noto cantautore, musicista e artista Luciano Angeleri. Ci ha accolti nel suo regno: una dimora stupenda dove ogni parete ospita opere d’arte, (quelle create da Luciano si intende), ed un sottofondo musicale dalle note jazz.

Luciano, malgrado il tuo stile di vita ed il tuo volto possano apparire agli occhi della gente di stampo giovanile, quanti anni hai?

«La prima Repubblica mi fa un baffo, (dice ironicamente), io sono nato molto prima, forse c’era ancora il Furer o forse no, ma siamo giù di li. Il 19 aprile del 1941. Eccomi qua. Rispondo presente, ciao a tutti».

Dove sei nato?

«A Vercelli, ma non lo sapevi? Eppure ci conosciamo da tempo. Io sono un risaiolo. Mio papà si Chiamava Battista, gestiva una panetteria. Come hobby dipingeva. Ricordo che mi aveva fatto una carriola di colore viola. Era un soggetto molto particolare. Inoltre suonava il mandolino. Purtroppo venne a mancare quando io avevo solamente 4 anni. La mamma invece si chiamava Giuseppina. Era di Biandrate, faceva dei risotti ragazzi, per non parlare della panissa. Era una mondina, ma una di quelle che da giovane si è fatta il mazzo nel vero senso della parola. Oltre al lavoro aveva tre bambini da crescere da sola. Io, Giuseppe e Rosanna. Purtroppo sono già venuti a mancare entrambi».

Quali sono i ricordi della tua infanzia?

«Sono tanti e tutti molto belli. Ricordo i tempi della scuola. Dopo le medie, che allora si chiamavano comunemente avviamento, andai all’Istituto delle Belle Arti. Le mie dee chiare. Avevo capito che con una matita si potevano fare miracoli. Poi mi sono avvicinato alla musica. Posso dire pubblicamente il perché?».

Certo che puoi. Però mi raccomando…..

«Dai, lo dico in termini velati: perché con la musica le ragazze si avvicinavano. Va bene sotto questa forma?».

Benissimo. Quindi eri ancora molto giovane quando l’arte si stava impossessando di te…

«Avevo circa 25 anni. Ricordo che erano tempi molto diversi da quelli attuali. Avevo imparato a suonare la chitarra da autodidatta. A Vercelli c’era il bar Garibaldi. Nel fine settimana si suonava fino all’alba. Quella sì che era vita».

Poi il lancio. Erano gli inizi degli anni ‘70 quando producesti il tuo primo singolo giusto?

«Si. Correva l’anno 1973 quando venne prodotto il mio primo 45 giri. Era intitolato “Lui e lei”. Fu l’anno in cui mi sposai per la prima volta».

Quella canzone riscosse un grande successo. Quindi un lancio alla grande di Luciano Angeleri nel panorama musicale italiano

«“Lui e lei”, occupò per molto tempo la classifica di Sorrisi e Canzoni Tv. A dire di Red Ronnie restò in vetta per più tempo di “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni. Nel mentre avevo una stretta collaborazione con il clan di Adriano Celentano. Fui invitato parecchie volte a Domenica In. Poi inseguito scrissi decine di brani, uno venne addirittura cantato al Festival di Sanremo. Era intitolato Follov me (Se amore vuoi). Diciamo che le mie soddisfazioni me le sono tolte, ho conosciuto la maggior parte dei cantanti italiani, Fabrizio De Andrè venne a mangiare la panissa di mia mamma».

Poi convolasti a nozze per la seconda volta giusto?

«Si con Cristina. Siamo sposati da 45 anni. Dalla nostra unione nacque Gabriele. Ora ha 31 anni».

Oltre alla musica arrivò poi l’arte figurativa. Tu dipingi, realizzi sculture, ceramiche, insomma, un artista a 360 gradi.

«L’arte è la mia compagna di vita. Ho realizzato centinaia di opere, vendute in giro per tutto il mondo. Nel mentre con Cristina nel 1986 aprimmo il locale L’Orso Poeta. Andammo avanti per ben 35 anni».

Ora la tua vita da artista prosegue?

«Certamente. Ho appena partecipato a una mostra a Portofino contestualizzata con “Contemporanea Portofino 2022”. Le mie opere erano esposte al Castello Brown. Il mio prossimo impegno sarà a Taormina, a Palazzo Duchi di Santo Stefano, luogo dove a settembre esporrò alcune mie creazioni, insomma, all’ombra degli 81 anni proseguo nel mio intento. Sono riuscito ad avere il mio stile riconoscibile che non è semplice ottenere. Che cosa aggiungere d’altro? Ciao a tutti».

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