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L’indimenticabile Jolanda Fassio, “levatrice” dei cossatesi

Il nome Jolanda a Cossato fa subito correre il pensiero all’ostetrica che fece nascere migliaia di bambini in casa

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COSSATO – Basta pronunciare il nome Jolanda che a Cossato si leva un coro di approvazione. Il pensiero si ricollega all’ostetrica, alla levatrice, come si diceva ai tempi in cui esercitò fra gli anni Cinquanta e Ottanta, quando fece nascere migliaia di bambini, si dice più di quattromila, tutti in casa.

Jolanda Fassio mancò nel 1995 all’età di 81 anni.

A parlarne è Maddalena Rosa, che ne raccoglie un ricordo nel suo libro “Cossato ieri e oggi, storie di vita popolare”, edito in proprio, ma che riceve parecchio riscontro: oggi è alla settima ristampa.

«Le pagine dedicate a Jolanda sono quelle che, secondo me, hanno destato maggiore attenzione – spiega -. Quando poi ne condivisi il contenuto sui social, ricevetti tanti commenti. Ognuno aggiungeva al mio racconto la propria esperienza. Anch’io serbo un ricordo personale di Jolanda: la vedo ancora quando arrivava in borgata con la sua vecchia macchina, forse era una Topolino, e tutti i bambini le correvano incontro per avere un “bombo”, le caramelle colorate di zucchero che teneva sempre in tasca.

«Jolanda si occupava anche dei neo genitori. Insegnava come iniziare ad allattare e a lavare il bambino. Era attenta persino che non ci fossero sprechi. Ricordo che raccoglieva vestitini e fasce in esubero per donarli a chi ne aveva più bisogno. Erano anni impegnativi per tutti e in ogni casa nascevano anche due o tre figli. Era sempre sorridente e aveva tanta energia. Si prendeva cura dei bambini appena nati con tanta naturalezza e sicurezza. Sapeva sempre come affrontare ogni situazione. Sapeva tante cose molto pratiche. Faceva anche le punture per la poliomielite. Era una buona infermiera. In tanti certamente ricordiamo la saletta adibita a infermeria, in via Marconi, dove in seguito misero la prima sede della biblioteca».

«La chiamai anch’io quando ero in gravidanza – continua -. Aveva un ambulatorio personale in via Martiri della Libertà. Le pareti dei locali erano piene di fotografie di bambini che aveva fatto nascere. Fu lei ad aiutarmi con il primo bagnetto e a insegnarmi a immergere il gomito per sentire la temperatura dell’acqua. Mi diede tanti suggerimenti preziosi. Jolanda ricevette tanti riconoscimenti. Partecipò attivamente alla San Vincenzo e fece parte del comitato promotore della Croce rossa. Il presidente Sandro Pertini la nominò Cavaliere della Repubblica e anche Elio Panozzo, all’epoca sindaco, la premiò. Le nuove generazioni non sanno chi sia stata la nostra cara Jolanda, ma certamente ne sentiranno parlare a lungo, perché la sua è davvero una bella storia che merita tramandare».

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