AttualitàBiella
Legambiente sospende il Circolo biellese “Tavo Burat”
Il caso

BIELLA – Il Circolo biellese intitolato all’indimenticato “Tavo Burat” non può più associare il proprio nome a quello di Legambiente. Si conclude in modo del tutto inatteso una comunità d’intenti durata poco meno di 40 anni, iniziata nel lontano anni Ottanta quando il dibattito ambientale nel Paese era incentrato sulla scelta del nucleare.
Come spiega il presidente del Circolo, Daniele Gamba, la sospensione è stata causata dalle perplessità sollevate dai biellesi sulle tesi e sui lavori del congresso regionale svoltosi nel novembre scorso: «Semplicemente abbiamo espresso la nostra insoddisfazione sullo svolgimento del congresso, perplessità e critiche che abbiamo postato sulla nostra pagina facebook. La cosa non è piaciuta alla dirigenza regionale che ci ha chiesto la rimozione del post, richiesta alla quale non abbiamo aderito e che ci è costata in questi giorni la sospensione da Legambiente. Ovviamente ne contestiamo sia le ragioni che il metodo».
Tanto che il Circolo “Tavo Burat” ha immediatamente presentato ricorso: «Ad avviso dei soci del Circolo biellese tale sospensione è sproporzionata ed illegittima in quanto i provvedimenti di “sospensione” e di “esclusione” sono di competenza esclusiva del Consiglio di Presidenza e non della dirigenza regionale; la “sospensione” deve essere inoltre caratterizzata da ragioni di particolare urgenza che, nel caso de quo, non sussistevano».
«L’iniziativa della dirigenza regionale, volta sostanzialmente alla censura di un post critico ovvero alla rimozione pubblica delle opinioni e delle diversità di vedute interne – spacciate per danno di immagine – evidenzia un modus operandi tipico del “centralismo democratico” di leninista memoria».
«Il Circolo biellese – si legge ancora sulla pagina facebook – attende dunque la costituzione del Consiglio di Presidenza e, se la sospensione o l’esclusione saranno confermate, presenterà ricorso all’assemblea dei soci interregionale».
In attesa dunque che Legambiente regionale e nazionale prenda una decisione definitiva, il circolo “Tavo Burat” continuerà comunque la propria attività statutaria come associazione ambientalista.
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Fulvia
30 Gennaio 2024 at 18:56
la libertà di pensiero purché non offensivo ma costruttivo non può essere mai cancellato da nessun social, associazione o persona. lo ritengo un atto di gravissimo totalitarismo.
Paul
30 Gennaio 2024 at 21:10
e se magari il sig. Gamba&C esaminassero pacatamente il perché siano stati sospesi? non sono i custodi della verità assoluta, un po’ più di modestia e meno arroganza.
Barbara di Leo
5 Giugno 2025 at 10:02
Fra un po’ anche a Legambiente lanceranno le Fatwa contro chi pratica il free speach! Non come ha fatto quel macellaio agressore contro Salman Rushdie, loro useranno un metodo Hallal, per dissanguamento che e’ meno aggressivo e rispettoso della morte dell’animale. Di fatto se non si accettano le divergenze di opinione e’ come se non si riconoscesse all’interlocutore l’alterita’ propria di essere umano. Va bene che la tematica ambientalista e animalista e’ fatta da anime belle, ma tante anime belle che ascoltavano Bethoveen e si commuovevano poi hanno gasato gli ebrei nei Campi di concentramento. Erano talmente tranquilli nel farlo poiche’ consideravano gli ebrei come “ratti”, rivedetevi Inglorious Bastards di Quentin Tarantino, che lo mostra bene. Erano tranquilli soprattutto perche’nessuno avrebbe creduto a eventuali superstiti per il semplice fatto che era troppo abominevole il crimine che stavano compiendo e con quanto zelo e soddisfazione. La coscienza critica di Legambiente e’ stata delegata a Tavo Burat che viene epurata per paura che la Lega o Fratelli d’Italia additino come comunisti Legambiente. L’ecologia e’ morta per ragioni di Realpolitik, grazie a Legambiente. Quello che sopravvive e’ Tavo Burat, custode del patrimonio indifeso e vulnerabile dell’aria, dell’acqua, dei fiori e delle piante , degli animali, dei boschi, dei cammini, dei sentieri del biellese.