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La speculazione, ciò che rimane dopo ogni emergenza

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Movida selvaggia, giusto intervenire. Il vero problema non sono i locali, ma quei capannelli di giovani che si creano all’esterno dei locali stessi e dai quali si levano schiamazzi, grida, risate, eccessi dovuti all’ubriachezza.

Il dramma che sta vivendo in questi giorni l’Emilia Romagna, travolta da gravi eventi alluvionali che hanno portato devastazioni in tanta parte della regione, pone quelle popolazioni, ma indirettamente anche tutti noi, al cospetto dell’ennesima emergenza.

E’ da anni che viviamo situazioni di quotidiana emergenza, come se non ci fossero mai state pandemie, guerre, siccità, alluvioni, terremoti e quant’altro (per non parlare di scie chimiche, avvistamenti di Ufo, morìa delle api, emergenza orsi, emergenza lupi…). Tutta questa animazione ha visto via via ingigantirsi un’altra emergenza, più subdola e strisciante, ma anche più inquietante, perché quasi sempre rimane senza risposte, che è quella del complottismo.

C’è chi vede complotti e macchinazioni dietro ad ogni evento (e certo le recenti vicende legati al covid ed alla politica dei vaccini non hanno contribuito a rasserenare gli animi) e c‘è chi tenta invece spiegazioni più razionali, non trovando però sempre argomentazioni convincenti.

In mezzo dovrebbe collocarsi il buon senso, come quello di chi dice che se l’alveo e le rive dei torrenti fossero puliti forse avremmo meno tracimazioni; per farlo però non dovrebbero esserci leggi che penalizzano il volontariato, un tempo spontaneo e quasi scontato (a Barlassina un pensionato è stato sanzionato perché colpevole di avere sistemato una buca sulla strada, poi fortunatamente risarcito con tante scuse) Ci dovrebbero essere sindaci che non consentono di sconvolgere l’assetto di intere colline per costruirci le villette.

Dovrebbe essere impedito l’utilizzo di diserbanti che uccidono le api. Non dovrebbero essere spesi miliardi di euro per alimentare guerre inutili. Perché, alla fine, alla gente, di tutto ciò che accade, di ciò che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto, di ciò che si è fatto e che era meglio non fare, rimane sempre soltanto una conseguenza: la speculazione, i prezzi che salgono, le condizioni di vita che peggiorano, le esortazioni a “tirare la cinghia” della Lagarde, presidente della banca centrale europea, che percepisce 40mila dollari al mese per dire queste amenità. Senza pudore.

Giorgio Pezzana

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1 Commento

1 Commento

  1. Spillo

    25 Maggio 2023 at 17:41

    Una volta le “vergogne si lavavano in casa” adesso che la casa si è espansa la cosa non è più possibile. Il peggio è che a rimetterci siamo tutti noi e sembra che tutto sia normale. Per la gran carità non andiamo a toccare nessuno. Condivido pienamente con Pezzana.

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