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La funicolare di Biella si rompeva già nel 1893…

Gli sbiellati, la rubrica di Lele Ghisio

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Non è facile, ogni settimana, dare un senso alle parole. Mettendole in fila fino al senso compiuto di un ragionamento su ciò che accade o, più spesso, non accade in città. Gli aspetti surreali del dibattito, quando c’è, o comunque del cicaléccio social sono la fonte letteraria alla quale ci si abbevera a volte con curiosità, a volte con la rassegnazione del caso. Da queste parti si scava alla ricerca dei distinguo, si tenta di precisare, di dare qualche strumento in più per farsi un’idea che non sia preconcetta. Quando si può, ci si sorride sopra con qualche sforzo.

Da qualche anno però c’è un tema che titilla il “borbottamento di parole rotte” che fa da sottofondo alla nostra quotidianità: la funicolare. Che, facendoci un favore, dovremmo continuare a chiamare così, anche a dispetto del meccanismo tecnico che ne fa, di fatto, un ascensore. Altrimenti capita che, come confessato da un turista su Tripadvisor (il popolare sito di recensioni turistiche e gastronomiche), qualcuno non la trovi magari pensando che il Piazzo stia al 2° piano di un condominio.

In merito il livello dei decibel della discussione pubblica è tornato a salire giacché la nostra funicolare non ha passato il collaudo quinquennale, e s’impongono provvedimenti tecnici che risolvano i problemi riscontrati. Chiusura, quindi, fino a soluzione applicata. Quindi, fino a chissà. Il panico è dilagato velocemente: tra i componenti della maggioranza perché questo è l’anno preelettorale; tra i gestori dei locali del Piazzo perché ciò può diminuire l’afflusso di clienti; tra gli abitanti del borgo perché scendere in città diventa un viaggio; tra i leoni da tastiera perché in fondo non vedevano l’ora di puntare il ditino, digitando io l’avevo detto o altre ignoranze.

La Giunta si è presentata a mani giunte a una conferenza stampa (sempre reboante definizione di un incontro con quattro giornalisti locali) per poi alzarle, quelle mani, a dimostrazione che no, non è colpa loro ma della giunta precedente. Che, al di là delle reali e oggettive responsabilità, a detta dell’attuale sindaco: «per risparmiare poche migliaia di euro (…) ha deciso di eliminare uno dei simboli della città». In realtà nessun sindaco assennato si sveglierebbe la mattina con in testa l’idea di riformare l’impianto di una funicolare che funzioni. È che tutti gli impianti a fune – e la funicolare lo era – sono soggetti a speciale legislazione che ne prevede la manutenzione ordinaria, straordinaria e il fine vita. E ciò accadeva durante la precedente amministrazione, dopo un periodo in deroga non più derogabile.

A questo punto vale forse la pena di aprire i tiretti della memoria e fare un ripassino. La nostra funicolare esordì nel 1885 proprio per collegare Biella Piazzo al piano, e lo fece con un sistema idraulico di contrappesi (andava ad acqua!) che permetteva a una carrozza di scendere e all’altra di salire. Nel 1893 si ruppe il cavo che trainava le carrozze e chissà che ne dissero i leoni da tastiera di allora. Nel 1899 si provvide alla sostituzione del “meccanismo” ad acqua con uno elettrico, con contemporanea sostituzione delle vetture che passano da una portata di 36 passeggeri a una di 10. Chissà come commentarono al tempo i social e le opposizioni in consiglio comunale sul fatto che la giunta di allora osò eliminare uno dei simboli della città. Nel 1927 ci fu un altro cambio di cabine e la capienza variò da 10 a 18 persone, con plauso, si suppone, dei social. Nel 1953 si cambiarono ancora le vetture e la capienza si alzò fino a 25 passeggeri, con applauso a scena aperta dei social e i mugugni di chi vedeva intaccata la loro storicità. Nel 1964 ci fu un fermo dell’impianto per motivi di sicurezza; problemi e fermo che si protrassero fino al 1973. La rivoluzione sui social è scarsamente documentata, ma come dubitarne. Nel 1975 si optò per la sua ricostruzione totale e un ulteriore cambio delle carrozze, addirittura senza un referendum popolare. Nel 1977 la gestione passò in capo alla Provincia di Vercelli e si discusse a lungo persino sulla sua soppressione. E i social muti, che c’era poco campo. Nel 1995 ci fu un adeguamento alle norme di sicurezza e il cambio con nuove vetture, con l’affidamento ad Atap. I social commentarono ormai confusi e infelici sulla storicità o meno di quelle precedenti.

Ora, alla luce dei fatti, il sindaco afferma risoluto e illuminato: «Stiamo valutando se tornare al passato». Sì, ma quale? Quindi si capirà bene che il problema non è traino a fune o ascensore inclinato, se anche per quella di Montmartre a Parigi, come altre, è stata fatta una scelta più moderna. E anche quella di Montmartre, come altre, accusa a volte problemi tecnici e chiusure temporanee. Peraltro la nostra vecchia funicolare, a onor di memoria, nel 2015 osservò un fermo tecnico di un mese, cremagliera o meno.

La nostra nuova funicolare è nata male, ormai è assodato, ma la verità è che in cinque anni non si è risolto nessun disservizio: nessuna pulizia di carrozze e di stazioni di monte e di valle; chiusure senza previa comunicazione; nessun servizio sostitutivo come annunciato, a parte uno stitico servizio navetta. Perché non ci sono soldi, si dice; mentre qualche settimana fa si gioiva per il tesoretto di bilancio. In precedenza, nessuna decisione, se non l’attendismo, è stata presa. E ci si stupisce ora se il collaudo quinquennale rileva delle criticità?

A questo punto è persino patetico che la vicenda torni a essere oggetto, da parte di chiunque, della prossima campagna elettorale. Puntiamo a risolvere i problemi invece, ma con maggior dignità da parte di tutti. Che, nel frattempo, anche l’impianto della funivia di Oropa è giunto a fine vita tecnico e da un paio d’anni giace lì appeso alla montagna, inerte.
Lele Ghisio

Lele Ghisio

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4 Commenti

1 Commento

  1. Manuela Piana

    8 Agosto 2023 at 13:56

    Ottimo articolo!
    Non sono residente a Biella perciò non voterò per la nuova amministrazione nel 2024. Mi auguro che chiunque otterrà questo importante incarico, abbia il coraggio di prendere decisioni serie, magari anche divisive, ma senza tentennamenti. È un peccato che la nostra città sia in condizioni pietose con la conseguenza che visto che l’amministrazione non fa nulla, il privato non si cura di far qualcosa…

  2. Ardmando

    8 Agosto 2023 at 21:30

    La funicolare andava lasciata come era, anzi meglio ancora andava lasciata in funzione con l’impianto ad acqua originale. Il Gabibbo vorrebbe tornare al passato, speriamo che il nuovo sindaco che prenderà il suo posto (e non sarà mai troppo presto) smantelli il sistema attuale e opti per un ritorno al passato.

  3. Marco

    9 Agosto 2023 at 15:19

    Recentemente ho preso la funicolare a Napoli, quella che porta al Vomero, lunga più di un km. Ha avuto periodi di chiusura anche lunghi per manutenzioni o sostituzione integrale dell’impianto, si parla però di una struttura in cui transitano circa un milione di persone all’anno. Non ho soluzioni e non voglio paragonare la città di Biella con una metropoli quale è Napoli, però un paio di domande me le farei

  4. Paolo Castellin

    9 Agosto 2023 at 18:21

    Sarebbe il caso di fare notare che il sistema a funicolare, in caso di fermo manutenzione o fermo tecnico, entrambe la cabine sarebbero ferme mentre nel caso biellese almeno una cabina può funzionare trattandosi di fatto di due ascensori indipendenti, ovviamente non mi riferisco al fermo attuale dovuto a ben più seri motivi.

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