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Inizia il Ramadan: sono più di 2mila i biellesi che celebreranno il mese sacro dei musulmani

Mohamed Es Saket: «Il cuore diventa più morbido e si cerca di aiutare chi non riesce a ottenere un pasto»

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Sta per iniziare o è già iniziato, dipende dalla luna, il Ramadan periodo in cui i musulmani si allontanano dalla realtà umana per avvicinarsi al Creatore così da sentirsi a stretto contatto con Lui. Per ottenere questo risultato devono seguire un percorso di purificazione, non solo dell’anima, ma anche del corpo. Mohamed Es Saket, presidente dell’associazione culturale islamica Al huda, ha cercato di farci aprire la mente e, soprattutto, gli occhi su una cultura ricca di storia e di tradizioni.

Quando inizia il Ramadan?

«Inizia oggi o domani, dipende dai paesi islamici e dalla visione che hanno loro della luna; se si riesce a vedere bene, allora si può iniziare».

In cosa consiste esattamente il Ramadan?

«E’ un mese sacro, differente dagli altri undici. Il cuore diventa più morbido e si cerca di aiutare chi non riesce a ottenere un pasto, quindi i più poveri. Ci si avvicina ancora di più alla preghiera, in particolar modo durante la notte. Questo mese è un dono del Creatore: è un momento per purificarsi e per l’umanità, il cosiddetto “mese speciale”. Tutti gli organi del corpo partecipano, è un’espiazione totale».

Come avviene questa espiazione?

«Non si può né mangiare né bere dall’alba al tramonto, bisogna pregare durante il giorno. Ovviamente questo periodo non ci impedisce di svolgere le normali attività né tanto meno di andare al lavoro».

Trovate particolari difficoltà a rispettare queste prescrizioni?

«In realtà non troviamo alcun tipo di difficoltà. E’ un momento di purificazione. Il corpo ne ha bisogno».

Se una persona non rispetta le regole o “sbaglia”, cosa succede, come può “rimediare”?

«Se, per esempio, qualcuno sbaglia non sapendolo, semplicemente dovrà rifare il giorno in cui ha commesso l’errore, ovvero una volta terminato il Ramadan dovrà “recuperare” un giorno. Se una persona, invece, fa uno sbaglio consapevolmente deve fare un altro mese di Ramadan».

Quanti biellesi aderiscono?

«Io penso che aderiscano circa 2mila persone forse anche 3mila. I numeri precisi non li conosco ma direi, in ogni caso, che sono la maggior parte dei musulmani che risiedono qui e che hanno mantenuto le loro tradizioni».

E per chi ha delle difficoltà magari a causa di di qualche malattia che non gli permette di digiunare?

«Una persona malata, chi per esempio ha il diabete, può non rispettare il Ramadan senza nessun tipo di problema. La stessa cosa vale anche per le donne in gravidanza che non sono tenute a rispettarlo».

E dopo il Ramadan cosa succede?

«Il mese dopo la chiusura del Ramadan è molto importante e si chiama Shawwàl . Per 6 giorni, ininterrotti o divisi, non ha importanza, bisogna praticare ancora il digiuno. Inoltre entro il 27 aprile, bisogna portare ceci, farine, bevande, miele e altri generi di prima necessità al proprio centro islamico. I responsabili di questo si occuperanno di distribuire quanto ricevuto alle famiglie più bisognose o ai poveri. Io per esempio, sono un padre di famiglia, in tutto in casa siamo sei persone. Per ognuno di noi dobbiamo portare tre chili di pietanze e quindi noi arriviamo a 18 chili di cibo che entro fine aprile dovremo consegnare al nostro centro».

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    25 Marzo 2023 at 14:44

    Usanze medievali senza senso, come qualsiasi cosa abbia a che fare con la religione, qualunque essa sia. Il problema si aggrava quando questa particolare religione si trasforma in fanatismo estremista, violento, ignorante e becero per soggiogare popoli, umiliare o distruggere le vite delle donne, commettere omicidi anche di membri della propria famiglia, senza contare il famigerato terrorismo. La chiesa cattolica si è macchiata degli stessi crimini nei secoli scorsi fino a tempi piuttosto recenti. Qui siamo invece ancora in pieno medioevo.

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