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Il ricordo indelebile di Biella in bicicletta

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Al “Giambrunire” (di questi tempi un po’ di satira non guasta…) di una faticosa giornata di lavoro, guardando fuori dal mio locale, mi sono fermato un attimo a riflettere sui bei tempi andati di questa città, quando a parlar di bicicletta (rispetto alle polemiche dei giorni scorsi legate alla tappa di Oropa del giro d’Italia 2024) non si sbagliava mai.

Il sindaco di quei tempi, Luigi Squillario, era un sindaco in sella nel senso che amava girare per Biella in bicicletta alla ricerca della magagna di turno da toccare con mano in prima persona. Ancora prima del suo mandato, nel 1974 o giù di lì, quando giovanissimo lavoravo alla pizzeria Grotta Azzurra di vicolo porta Torino, a farmi compagnia alla fine del turno serale c’erano i metronotte, anche loro in sella ad una bici: anche con la pioggia facevano il loro giro notturno quotidiano pedalando con tanto di impermeabile scuro e pila accesa. C’era sempre il tempo per un caffè caldo e quattro chiacchiere mai banali, bicicletta compresa.

E sempre in sella a quello che un mio caro amico dell’epoca amava definire “il mio cavallo di acciaio” si andava a lavorare in fabbrica alla mattina, fieri di quella pedalata e di quel posto di lavoro fisso che, per molte famiglie specie le tante emigrate nel Biellese dal Sud, era tanta roba.

Ora i tempi sono cambiati, alcune ricerche ci dicono che il posto fisso non è più intoccabile nemmeno qui da noi, con il 22% dei dipendenti che decide di licenziarsi in cerca di una qualità di vita migliore. Segno dei tempi che stiamo vivendo in cui lo stipendio non basta quasi mai per arrivare alla fine del mese e l’idea di legarsi ad una sola azienda per la vita è una prassi che non appartiene alle nuove generazioni.

Se guardiamo alla nostra Biella, in questi anni, tanti giovani sono andati via per lavoro e una volta traferitisi non sono più tornati: negli anni ultimi 25 anni non siamo stati capaci di creare attrattività e posti di lavoro e qui le responsabilità della politica locale sono enormi. Siamo diventati, nel tempo, un paesone che sta facendo le fortune non di un intera comunità ma di alcuni privilegiati che della politica hanno fatto il proprio posto fisso alla faccia di qualunque inchiesta o indagine di mercato. Visto il tipo di retribuzione percepita poi, per alcuni di loro è come aver vinto la lotteria di capodanno.

Terminate queste “malinconiche” considerazioni non mi resta che rientrare nel mio locale, cercando di riacquistare un po’ di quella ironia e leggerezza che tante volte aiuta ad andare avanti. Per questa sola e unica volta lascio in fresco il Tramonti alla ricerca di un bel bicchiere di “Giambrunello” di Montalcino che di questi tempi pare vada di moda nelle stanze che contano… Prosit!!

Luigi Apicella

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1 Commento

1 Commento

  1. Marco Maffeo

    28 Ottobre 2023 at 18:44

    Biella oggi è una città sporca, malata, spenta; non è che il risultato dell’attuale dirigenza politica, Sig. Corradino in primis.

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