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I Re Mida al contrario della politica biellese

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Allarme In-Curia recitano alcuni titoloni sui giornali in questi giorni. Leggendo distrattamente mi ero preoccupato per una situazione di pericolo in qualche sagrestia cittadina, poi mettendo gli occhiali ho capito che si tratta del solito vecchio problema da quattro anni: il degrado e l’abbandono di certe aree della città che Biella non merita. L’autosilos savana della funicolare, ma anche la stessa Villa Schneider che cade a pezzi sono soltanto gli ultimi due casi eclatanti di un progressivo abbandono della città da parte di chi la sta male amministrando.

Perché è così: gli interventi per asfaltare le strade sono fermi da due anni e la colpa – perché fa tanto comodo – è sempre dell’italica burocrazia che non consente di fare diversamente. La burocrazia sarà pure un problema per tanti ma a Biella ho l’impressione che a certuni faccia anche tanto comodo. Il risultato? Una città brutta e senza stimoli, come emerge anche nel racconto della seconda stagione del giornalista detective Monterossi su Prime Video (serie tv tratta dal libro di Alessandro Robecchi).

E così ritorna la narrazione di un territorio triste e da evitare e questo perché in primis, evidentemente, sono gli stessi biellesi che lo dipingono così, specie nel racconto con gli altri. Se un biellese deve parlare di Biella e dintorni, difficilmente lo farà in termini lusinghieri: tirerà fuori la mentalità, l’essere orsi “inside”, la mancanza di empatia verso il cambiamento. Tutti elementi che alla fine hanno portato Biella ad autorappresentarsi al ribasso.

E inevitabilmente la politica, quella scaltra e furba, ne ha approfittato per non fare nulla, per navigare a vista, per dare sempre e comunque la colpa del non fare alla burocrazia. E così i casi della funicolare (sempre rotta), della funivia di Oropa (sempre ferma), dei soldi persi del PNRR (ma che volete che sia) a farla da padrone. E quando non è la politica che governa a frenare il cambiamento, ci pensa l’opposizione a chiedere tempo perché certi progetti (leggasi Le Vette) vanno ponderati meglio.

Capite bene che si fa fatica ad accettare queste logiche da parte di un territorio che da quarant’anni aspetta treni funzionanti o uno svincolo autostradale che ci colleghi velocemente al resto del mondo. Ma nonostante questa gestione “fallimentare”, di cose belle e “naturali” ce ne sono ancora: l’Oasi Zegna, l’offerta sciistica di Bielmonte che, per il ponte dell’Immacolata, dovrebbe avvalersi di un bus navetta da Biella. Sta a noi valorizzarle, pubblicizzarle, farle nostre e preservarle. Affidarle a certa politica locale, per contro, equivale a renderle invisibili. Corradino dunque come una sorta di Re Mida al contrario? Ai posteri l’ardua sentenza…

Luigi Apicella

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    24 Novembre 2023 at 8:28

    A Corradino interessa unicamente essere invitato dove si può mangiare e bere e fare festa. Il resto è noia.

  2. Alfio

    24 Novembre 2023 at 13:39

    il sig. Apicella dovrebbe avere un po’ di decenza e stare zitto perché, anche quando c’era lui nella maggioranza che governava la città, non mi pare che Biella fosse la capitale del mondo. Anzi…

    • Ardmando

      25 Novembre 2023 at 8:02

      Eh ma è la politica delle critiche di chi non si trova al potere e segue certe ideologie. Pizzaioli e paninari che si danno alla politica, partendo sempre dalla stessa base. E con gli stessi risultati.

  3. Pier Giovanni Malanotte

    28 Novembre 2023 at 19:44

    Almeno hanno il coraggio di scrivere

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