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I piemontesi hanno paura di perdere il lavoro

Si riscontrano forti differenze tra categorie

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Il tema del lavoro (difficoltà a trovarlo ma anche timore di perderlo) è in cima ai pensieri dei piemontesi. La perdita di lavoro entro i prossimi 6 mesi è ritenuta probabile dal 22,2% dei piemontesi che hanno risposto al sondaggio, un dato simile al 2020 ma quasi doppio rispetto al 2019. 
 
Si riscontrano forti differenze tra categorie
-sono un po’ più preoccupate le donne (23,9%) rispetto agli uomini (20,8%), forse a causa della maggiore precarietà di molte occupazioni nei servizi generalmente svolte da donne
-sono più preoccupati coloro che hanno solo la licenza media (27,6%) o il diploma (24,8%) molto meno chi ha laurea (17,2%) o post laurea (11,4%); questo si può mettere in relazione al fatto che le persone meno istruite spesso svolgono mansioni più facilmente sostituibili o lavori precari
-le maggiori differenze si trovano tra le categorie professionali; in particolare i lavoratori autonomi mostrano un livello di preoccupazione doppio (anche oltre il 40%) rispetto ai lavoratori dipendenti; già negli anni precedenti questo fenomeno era visibile ed è da mettere in relazione non solo con la pandemia ma anche con la lunga crisi economica che l’ha preceduta; tuttavia nel 2021 peggiora l’opinione soprattutto per artigiani e imprenditori. Questo dato, purtroppo, è coerente con gli allarmi sociali che ci arrivano in questi giorni. Non stupisce, quindi che anche i cassintegrati mostrino una grave preoccupazione (55,9%). -la paura di perdere il lavoro è maggiore nelle provincie di Vercelli, Torino e Alessandria, probabilmente a causa delle difficoltà più strutturali che legate alla pandemia – di alcune filiere quali ad esempio l’automotive o alcune specializzazioni distrettuali, rilevanti per quelle aree.
La situazione economica del Paese e della propria famiglia.
È stato chiesto agli intervistati di esprimere un giudizio sulla situazione economica in Italia negli ultimi 12 mesi (sostanzialmente il 2020) e nei prossimi 12 mesi (quindi in pratica il 2021, dato che le interviste si sono svolte nel febbraio di quest’anno).
-I piemontesi hanno espresso una valutazione molto critica sull’ economia italiana nell’anno passato: oltre i 2/3 dei rispondenti stima che il peggioramento sia stato grave; volgendo lo sguardo all’anno in corso le previsioni dei cittadini migliorano: le risposte che prevedono un grave peggioramento si riducono al 19,6% e compare un moderato ottimismo, poiché oltre un quarto (26,8%) prevede che la situazione sarà un po’ migliore.
-Più stazionaria l’opinione rispetto alla situazione economica della propria famiglia: i dati riferiti ai due anni non si scostano di molto e prevale l’opinione di una stazionarietà; comunque anche in questo caso, rispetto ai prossimi 12 mesi aumenta la speranza di un miglioramento.
-Le maggiori difficoltà economiche delle famiglie piemontesi sono legate alle spese per la casa (22,4% dei rispondenti), alle spese sanitarie (18,9%) ed alle bollette (17,9%).

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