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Giacomo Puccini e gli amori biellesi

L’attrazione con Cesira Ferrani (al secolo Zanazzio), di Camburzano, la prima Manon. Ma l’amore (ricambiato) della sua vita fu la giovane cossatese Corinna Maggia

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giacomo puccini

Giacomo Puccini e gli amori biellesi. Amava le prealpi biellesi perché gli ricordavano le alpi Apuane della sua Toscana. Ma soprattutto amava la bellezza delle donne biellesi che incontrò nella sua vita.

Giacomo Puccini e gli amori biellesi

La prima, Cesira Ferrani nome d’arte di Cesira Zanazzio, che lui chiamava confidenzialmente “Cimbi”. Soprano di gran classe, originaria di Camburzano, Puccini la conobbe a Torino nel 1893, lei aveva 30 anni, lui 35. Fu subito simpatia reciproca ai tempi della Manon. Fu lei la prima interprete sia di Manon, lui diceva: “…unica mia Manon”, sia di Boheme.

Nessuno dei due si innamorò dell’altro, ma sicuramente c’era attrazione e lo avrebbero testimoniato le lettere che si scrissero. Ci pensò la sorella di lei a distruggerle. Compromettenti? Forse solo Giuseppe Giacosa ne poteva sapere qualcosa. Giacosa, librettista del maestro. Fu grazie a lui se Puccini conobbe il Biellese e in particolare il colle di San Grato di Sordevolo dove prese vigore la Boheme. E come disse lo stesso Puccini: «Proprio qui abbiamo dato vita all’umanità dei tristi amori».

Ma fu Corinna Maggia, di Cossato, il grande amore del maestro. Lui confiderà che fu l’amore della sua vita.

Si erano conosciuti alla stazione di Milano nel 1900. Lei poco più che ventenne, studentessa universitaria, lui ultra quarantenne, sposato con Elvira Bonturi e padre di Antonio. Fu un amore travolgente per entrambi, tanto che il Maestro si ritrovò con lo spirito d’un ventenne!

Incontrarsi con Corinna, “Cori”, come la chiamava affettuosamente Puccini, non era facile non facendo parte, lei, del mondo del teatro d’opera. Ciò nonostante, grazie alla complicità dei compiacenti amici pittori di Torre del Lago, il loro amore riuscì ad essere alimentato molto spesso nonostante le difficoltà.

La confessione alla moglie

La faccenda andò a gonfie vele per circa quattro mesi. Poi, qualcosa non andò per il giusto verso per uno di quegli scherzi che il destino tiene sempre in serbo. Ecco cosa accadde.

Alla fine di giugno, dopo alcuni giorni d’amore trascorsi in segreto a di Torre del Lago, il maestro e Corinna aspettavano insieme, a Pisa, il treno che doveva ricondurli a casa. Lei a Torino e poi Cossato, lui a Milano. Il destino volle che qualcuno, riconosciuto il maestro, il giorno dopo annunciasse alla sorella di Puccini, che abitava a Pisa, di aver visto il maestro con sua moglie alla stazione. La donna, risentita, scrisse subito una lettera alla cognata Elvira rimproverandola per essersi fermata a Pisa senza farsi vedere da lei… Figuriamoci cosa accadde in casa Puccini! Fu una vera tegola che cadde inaspettatamente sul capo del maestro, il quale dovette ammettere di avere un’altra donna.

In questa situazione, obiettivamente irta di difficoltà e di pericoli, l’amore fra Giacomo e Corinna proseguì più saldo, più appassionato che mai. Per il musicista, gli incontri, anche se ormai fugaci, con la bella biellese rappresentavano un’oasi di serenità che rinvigoriva animo e spirito creativo. Fu un amore molto bello per entrambi, che probabilmente erano fatti l’uno per l’altra. Ma il 25 febbraio 1903 avvenne un pauroso incidente stradale in cui fu coinvolta l’intera famiglia Puccini. Il maestro ne uscì con una brutta frattura alla gamba destra. Tutti i giornali ne parlarono con abbondanza di particolari e di fotografie.

Questo incidente segnò di fatto l’interruzione dei rapporti fra Giacomo e Corinna. Il maestro rimase bloccato nella sua villa di Torre del Lago per parecchio tempo. Amorevolmente curato, ma anche attentamente controllato affinché ogni contatto, epistolare d’altro genere, con la “piemontese” fosse evitato.

Identità avvolta nel mistero

Per decenni il nome completo di Cori, rimase misterioso. L’identità della donna è stata svelata soltanto due anni fa. Con il ritrovamento della minuta di un telegramma di Puccini da parte di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling nel corso delle ricerche a Torre del Lago. La casa-museo dov’è custodito l’Archivio storico della Fondazione Simonetta Puccini (l’unica nipote del maestro) per Giacomo Puccini diretta da Patrizia Mavilla e presieduta da Giovanni Godi. I due studiosi ne hanno poi comunicato il rinvenimento ai curatori.

Quanto a Corinna (nata a Cossato il 14 febbraio 1881 e morta ad Andora il 24 aprile 1973) lasciò poi Puccini. E, nel 1905, scrisse un libro intitolato “L’insegnamento dei lavori donneschi e dell’economia domestica nella scuola elementare pratica”. Nel 1911 sposò l’avvocato torinese Edgardo Rodina.
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