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Emergenza 118: sette ambulanze, ma c’è carenza di medici e infermieri

Una questione estremamente delicata, con svariate problematiche

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Emergenza 118: sette ambulanze, ma c’è carenza di medici e infermieri. Quando si chiama il 118 a Biella, si è certi che un’ambulanza arriverà il prima possibile.

Ma quale? E da dove? E visto che la carenza di medici e infermieri rappresenta una criticità per il servizio di emergenza sanitaria, con quanto personale a bordo?

Emergenza 118: sette ambulanze, ma c’è carenza di medici e infermieri

Con sette mezzi operativi, il Biellese è parte di un sistema molto più ampio, gestito dalla centrale operativa 118 di Novara. Che coordina gli interventi su quattro province: Vercelli, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e, ovviamente, la nostra. Questo significa che una richiesta di intervento da un comune può essere gestita anche da mezzi di soccorso provenienti dalle province vicine. Così come le ambulanze che hanno sede nel Biellese potrebbero effettuare interventi nei comuni di altre provincie.

In generale l’emergenza sanitaria in regione è gestita da Azienda Zero attraverso quattro centrali operative: Torino, Cuneo, Alessandria e Novara. Attualmente il Biellese può contare su tre mezzi di soccorso avanzato (msa2 h24) con a bordo un medico, un infermiere, un autista soccorritore e un barelliere soccorritore (Biella, Cossato, Trivero). Di notte attualmente ridotti a msa1. Un mezzo di soccorso avanzato (msa1 h24) con a bordo un infermiere, un autista soccorritore e un barelliere soccorritore (Cavaglià). Due mezzi di soccorso di base (msb h24) in convenzione continuativa con Azienda Zero, con a bordo personale della Croce Rossa (Biella e Cossato). E un mezzo di soccorso di base h12 in convenzione continuativa con Azienda Zero, con a bordo personale della Croce bianca biellese (Biella, attivo dalle 8 alle 20).

Carenza di personale

La criticità maggiore riguarda la carenza di personale. «Sono sempre meno i medici e gli infermieri che scelgono questa strada – spiegano dal 118 -. I motivi sono diversi. Il lavoro è impegnativo e richiede competenze particolari, ma non è questo a spaventare. Ci si trova a fronteggiare situazioni rischiose, alle quali il personale è addestrato grazie a una formazione particolare. Sulla quale Azienda Zero ha investito moltissimo negli ultimi anni. Ma occorre far fronte anche all’ostilità dei familiari. Ai quali è difficile far capire che un eventuale ritardo è dovuto al fatto che si era impegnati su un altro paziente. O che un mezzo di soccorso è fermo in una postazione perché mancano altri volontari che possano guidarlo».

A fare il punto, invece, sulla situazione del volontariato alla Croce rossa di Biella è il presidente Osvaldo Ansermino. «Fino a ora nell’attività d’emergenza non abbiamo riscontrato particolari carenze. Abbiamo fatto adeguate scelte per garantire copertura al servizio su quattro turni, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Non affidandoci solo ai volontari ma anche ai dipendenti. Croce rossa partecipa periodicamente ai bandi del 118 in convenzione, per l’assegnazione delle postazioni fisse di msa e msb per Biella. Per il servizio di emergenza oggi abbiamo 15 dipendenti e tra i 150 e i 180 volontari abilitati a intervenire».

«Più che la difficoltà a reperirli – prosegue Ansermino -, c’è il problema di sopperire al turnover e alle situazioni personali delle persone “in forza”. Il volontariato in emergenza richiede un impegno importante, devono essere garantiti almeno un servizio a settimana e uno festivo al mese».

Tuttavia l’operato di Croce rossa non è limitato al soccorso sanitario. «Essere volontari non vuol dire, comunque, operare solo sull’ambulanza. Ci sono anche attività che riguardano il sociale, i giovani e la protezione civile. In questo caso i soci diventano 300 a Biella».
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