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Ecco l’arma contro le infezioni respiratorie neonatali

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BIELLA –La Pediatria e Neonatologia dell’Asl di Biella Leader mondiale per la ricerca sulle infezioni respiratorie infantili,  protagonista dello studio pubblicato in questi giorni sul New England Journal of Medicine

Uno “scudo” protettivo contro il virus che più di frequente causa infezioni respiratorie nei bambini.

Una scoperta che vede l’Asl di Biella, con il Direttore della Pediatria e Neonatologia Paolo Manzoni, tra gli autori dello studio sull’uso del Nirsevimab pubblicato il 30 luglio 2020 sulla più prestigiosa rivista scientifica medica internazionale, The New England Journal of Medicine.

Si tratta di un farmaco capace di generare un “rifornimento” di anticorpi per contrastare il virus respiratorio sinciziale (VRS): il più comune agente patogeno responsabile dell’infezione polmonare infantile più diffusa, la bronchiolite, e capace id “innescare” anche a distanza crisi asmatiche nei bambini che hanno contratto l’infezione nei primi mesi di vita.

L’infezione da VRS è altamente contagiosa e più dell’80% dei bambini vengono infettati entro i 2 anni di età. Ricadute avvengono spesso nel corso della vita, anche più volte durante la stessa stagione. Si tratta di un virus stagionale che ha una epidemiologia molto variabile, in base alla località geografica e al clima. Si stima che nei bambini ospedalizzati nel corso del primo anno di vita a causa di tale virus, il 2-6% dei casi richieda il ricovero in una unità di terapia intensiva, con tassi di mortalità non trascurtabili, specialmente nei paesi in via di sviluppo.

Un lavoro realizzato negli ultimi due anni e portato avanti in una cinquantina di centri internazionali, coordinato da un gruppo ristretto di super-esperti tra i quali il dott. Manzoni è l’unico europeo e che vede come coordinatori delle realtà italiane coinvolte l’ospedale S. Anna di Torino e il “Degli Infermi” di Biella.

La ricerca – condotta tra Novembre 2016 e Novembre 2017 su un totale di 1453 neonati – ha permesso di osservare gli effetti positivi dell’uso di nirsevimab su 969 bambini, evidenziando le differenze rispetto all’uso della terapia tradizionale sulla parte restante del campione.

L’efficacia è stata dimostrata sia sull’incidenza dell’infezione respiratoria, nettamente più bassa, sia sul tasso di ospedalizzazione.

“I bambini specie se prematuri – spiega il dott. Paolo Manzoni – non dispongono di adeguate difese immunitarie e nelle prime fasi di vita è frequente incorrere in questo tipo di patologia. Non si tratta di un vaccino, ma Nirsevimab – che prevede un’unica somministrazione all’inizio della stagione invernale – offre un approccio innovativo fortemente protettivo per i neonati, perché è un anticorpo che si “affianca” e si aggiunge a quelli (purtroppo insufficienti come quantità) ereditati dalla mamma oppure presenti nel latte materno. La disponibilità di un trattamento che abbatte il rischio di ricoveri ospedalieri costituisce indubbiamente un vantaggio in primo luogo per i bambini – che non vengono ricoverati in ospedale – , per le famiglie, e ha un valore significativo anche sul piano dell’efficienza economica della sanità pubblica”.

Da Settembre il farmaco sarà ulteriormente testato e Biella sarà protagonista di due nuovi studi condotti su tutti i neonati, prematuri e non, per arrivare quanto prima alla immissione in commercio .

Uno strumento terapeutico che potrebbe rivelarsi utile anche alla luce dell’attuale emergenza sanitaria perché consente di prevenire malattie respiratorie da Virus che, in associazione all’eventuale presenza del Covid-19, potrebbero aggravare ulteriormente il quadro clinico.

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