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«Ecco i colpevoli del diluvio»
Simone Ippolito spiega il fenomeno e come per Biella non sia una novità

«Ecco i colpevoli del diluvio». Gli scrosci d’acqua che hanno spaventato molti biellesi, soprattutto mercoledì, in realtà non sono una novità.
E anzi sono dovuti a un fenomeno abbastanza frequente sulle nostre zone e che in passato ha avuto dimensioni anche più “imponenti”. Ma guai a pensare che l’uomo e il suo inquinamento siano estranei alle piogge torrenziali di queste ore.
«Ecco i colpevoli del diluvio»
A spiegare la dinamica del clima della scorsa settimana è Simone Ippolito, dell’Osservatorio meteosismico di Cavaglià. «Si potrebbe dire che i colpevoli delle precipitazioni di questi giorni sono principalmente la bassa pressione, lo scirocco e le montagne. Tutto nasce da una sacca molto profonda di bassa pressione, con un minimo di 972 hectopascal situato sul mar Ligure. A questo si deve aggiungere il vento di scirocco proveniente dall’Adriatico e carico di umidità. Quando è arrivata a ridosso delle montagne questa corrente è rimasta imprigionata».
Proprio a ridosso della barriera alpina si è formato un accumulo pluviometrico. Intrappolato tra scirocco e montagne, con l’arrivo di correnti più fresche dall’Atlantico non ha potuto fare altro che scaricare acqua sulla zone in cui era “parcheggiato”.
«Niente di nuovo – aggiunge Ippolito -. Nel 1926, tanto per fare un esempio, si verificò un episodio analogo ma con precipitazioni assolutamente superiori. Durante le piogge della scorsa settimana complessivamente sono caduti su Biella 277 millimetri di acqua. Ma vale la pena di notare che a Oropa i millimetri totali sono stati 511. Ma ripeto, questo meccanismo è caratteristico del nostro territorio».
Cambiamenti climatici
Nessun nesso quindi con i cambiamenti climatici? Non del tutto vero. «Alcuni fattori possono contribuire ad accentuare il verificarsi di condizioni critiche – precisa Simone Ippolito -. Ad esempio le temperature più miti dei nostri mari. Ma quello che incide più direttamente è l’inquinamento atmosferico. La presenza del particolato nell’aria, ad esempio, causa una serie di conseguenze. Come il formarsi di “nuclei di condensazione” legati proprio a questo particolato, che cresce sempre di più con le emissioni provocate dagli aerei».
E non è certo un mistero che molte rotte dei voli in uscita da Malpensa passino proprio al di sopra del Biellese e delle sue prealpi. Questo non contribuisce certamente a garantire la pulizia dell’atmosfera.
Tirando le somme, a provocare le situazioni rischiose per il biellese non è una sola componente ma un insieme di situazioni climatiche particolari e non sconosciute.
E in questa occasione i danni sono stati proporzionalmente contenuti. Si tratta del segnale positivo di una migliore gestione del territorio oppure soltanto di un caso?
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Ardmando
24 Aprile 2025 at 19:01
L’Uomo ha una parte molto piccola nel cambiamento climatico. Specialmente l’Uomo che vive nell’Occidente. Il cambiamento del clima è INEVITABILE e CICLICO e qualsiasi studioso della materia serio vi dirà la stessa cosa. Il fenomeno è ingigantito a dismisura unicamente per interesse economico, gonfiato ad arte per costringere le persone che vivono in Occidente a spendere diversamente i loro soldi o a spenderne di più. Inutile star qui a disquisire quando il grosso del Pianeta SE NE FREGA dell’ambiente. Ricordatevi che il grosso dell’inquinamento arrivano da Cina, India, Sud America e buona parte dell’Est del Mondo. Eppure quelli che devono cambiare le loro abitudini e bruciare soldi per assecondare la follia di qualche Commissione, sono gli Occidentali. Il Mondo e la Natura e anche l’Uomo sono passati nei millenni attraverso cambiamenti ben peggiori di quello che è in atto adesso e ne sono sempre usciti. E si blatera tanto adesso leggendo dati sul clima, ma è solo da un paio di secoli che si monitora l’ambiente e nonostante un lasso di tempo così breve, abbiamo avuto già anni ben più caldi, inverni ben più freddi e anni ben più piovosi. Eppure l’Uomo e il Pianeta sono ancora qui.
Quindi smettiamola di fare il gioco di chi vuole arricchirsi con la storia del cambiamento climatico e finiamola di criminalizzare l’Occidente.