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Dopo mesi di servizio ridotto a causa del Covid-19 da lunedì riapre la Mensa dei poveri

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BIELLA -Riapre lunedì 28 la mensa del pane quotidiano, gestita dalla Caritas Diocesana, in via Novara, a Biella. Il servizio durante l’emergenza del “Covid”, nei mesi scorsi, era stato sospeso o, meglio, trasformato. In pratica i volontari dell’associazione fornivano alle persone in difficoltà economiche una serie di pasti confezionati, tutti i giorni. La tradizionale distribuzione di pasti caldi all’interno degli spazi della mensa era quindi stata sospesa per ovvie ragioni sanitarie. Da lunedì prossimo invece riprende, quasi a pieno regime.


«Rispetteremo tutte le misure di prevenzione previste dalle diverse norme. Daremo quindi pasti caldi e accoglienza a una trentina di persone – spiega Stefano Zucchi, direttore della Caritas -. Prima della fase più drammatica del “Covid”, con la chiusura totale, eravamo a oltre 70 persone accolte e aiutate all’interno della mensa. Oggi all’interno di più non possiamo fare, tenendo conto dell’obbligo di rispettare le note misure di distanziamento sociale tra ospiti e personale volontario incaricato di cucinare e di servire le pietanze. Continueremo comunque a integrare il servizio anche con quello dei pasti da asporto”.


L’attività della Caritas, al di là dell’emergenza sanitaria, non si è comunque mai fermata. Al massimo diversificata. «Abbiamo continuato a dare aiuto, di vario tipo, cercando anzi d’incrementarlo, con diversi progetti, a circa un migliaio di persone tutti i giorni nel Biellese – aggiunge e spiega ancora Zucchi -. Il servizio della mensa è rivolto a persone sostanzialmente sole o prive di un’abitazione propria. Ma non è certo l’unico tipo di sostegno che forniamo a chi ha bisogno di aiuto. Oltre ai servizi di accoglienza, alle famiglie, per esempio, diamo una mano attraverso l’attività dei centri di ascolto e degli Empori, che sono presenti a Candelo, Cossato, Biella e Vigliano. Qui le tipologie di distribuzioni dei pacchi alimentari sono diverse, per quantità e modalità, ma comunque parliamo di oltre 250 pacchi distribuiti ogni settimana. Un altro importante progetto che portiamo avanti è quello legato all’acquisto di medicinali, che molte famiglie non riescono ad acquistare. Anche qui, siamo nell’ordine di centinaia di persone sostenute e aiutate».


Su come e quanto il “Covid” abbia colpito nel Biellese, Zucchi ha un’idea chiara: «Dal nostro punto di vista, particolare, penso che abbia avuto conseguenze negative soprattutto per le persone e le famiglie già fragili prima della crisi. Persone e famiglie che avevano tirocini, lavori precari, saltuari o stagionali… E che, nonostante guadagni modesti, riuscivano ad assicurare quel tanto che bastava per vivere a loro e alle loro famiglie. Con il lockdown e il conseguente blocco di tutte le attività, queste categorie di persone si sono trovate a reddito zero, con tutte le conseguenze economiche e sociali del caso. Temo inoltre che la vicenda non sia finita. Gli effetti della crisi si faranno sentire a lungo. Riceviamo richieste d’aiuto per pagare l’affitto di casa, cambiare un elettrodomestico oppure acquistare i libri di scuola dei figli. Il quadro generale, insomma, è di crescita delle disuguaglianze con fette sempre maggiori di biellesi che diventano sempre un po’ più povere».


Paolo La Bua

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