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Dopo le polemiche spariscono cronometri e “cronometristi”

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Com’era prevedebile il clamore della vicenda dei lavoratori cronometrati durante l’orario di lavoro – anche quando si recano in bagno – ha provocato quale prima conseguenza il fatto che all’improvviso cronometri e relativi “cronometristi” sono scomparsi. E i lavoratori possono svolgere le proprie mansioni senza aver continuamente il “fiato sul collo”, con più tranquillità.

Com’era prevedebile il clamore della vicenda dei lavoratori cronometrati durante l’orario di lavoro – anche quando si recano in bagno – ha provocato quale prima conseguenza il fatto che all’improvviso cronometri e relativi “cronometristi” sono scomparsi. E i lavoratori possono svolgere le proprie mansioni senza aver continuamente il “fiato sul collo”, con più tranquillità.

A dare la notizia è lo stesso Alessandro De Stefano, delegato della Fisascat Cisl di Biella che nei giorni aveva sollevato il caso. «Dopo il clamore dei giorni scorsi – dichiara il sindacalista – confermo che dei cronometri si è persa traccia. Almeno fino a questo momento».

Questa è l’unica novità in una vicenda per certi aspetti se non clamorosa certamente inusuale. Per il resto tutto tace in attesa  di un incontro tra l’azienda e i sindacati, incontro che verrà chiesto a breve dai rappresentanti dei lavoratori. Dalle risultanze del confronto dipenderà o meno la decisione di un’eventuale astensione del lavoro.  Tace anche l’azienda sanitria locale. Il direttore generale dell’Asl Gianni Bonelli preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione in quella che considera una questione tutt’interna alla ditta.

La vicenda è venuta a galla la settimana scorsa a seguito dell’assemblea del lavoratori svoltasi mercoledì scorso nel corso della quale i lavoratori stessi avevano espresso il proprio malumore a seguito di quanto stava avvenendo. In particolare aveva creato parecchio scalpore il fatto che ai dipendenti della cooperativa – la Dussman Service di nazionalità tedesca -venivano cronometrati anche i tempi trascorsi in bagno. La tematica dei controlli sui dipendenti, specie per quanto concerne quelli a distanza, è di estrema attualità nel nostro Paese. Le organizzazioni sindacali nazionali si sono scagliate contro il Jobs Act (reo, secondo loro, di averli accentuati) ed è notizia che anche la Manpower, gigante del lavoro temporaneo, “spii” quotidianamente i propri dipendenti all’Expo tramite un’apposita applicazione.

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