Rivoluzione nella mappa del rischio Covid in Italia. Piemonte, Calabria e Lombardia entrano in zona arancione da domenica 29 novembre. E non solo, perché anche la Toscana è pronta a tornare nella fascia intermedia dal 4 dicembre. Dall’entrata in vigore del Dpcm del 3 novembre che ha diviso l’Italia in tre zone di rischio per contenere la diffusione del Coronavirus, questa è la prima volta che una regione (tre, in questo caso) vede alleggerire le regole da rispettare. Merito del calo dei contagi, della non saturazione dei posti letto in terapia intensiva e dell’indice Rt, il coefficiente che serve a misurare il grado di contagiosità, che è in calo. I sacrifici dei toscani sono serviti a limitare l’impatto del Covid. Ma quali sono le norme da rispettare? Vediamole in dettaglio.
No, a meno che non ci siano motivi di lavoro, di salute o altre necessità, come quelle che troverete in questo articolo
Sì, e non importa l’autocertificazione se si rispetta il coprifuoco in vigore dalle 22 alle 5
Sì, ma solo nel caso in cui ci sia un comprovato motivo (lavoro, studio, salute, o altre necessità come quelle elencate in seguito)
Sì, rispettando tutte le norme minime di salute per evitare il diffondersi del contagio
Sì, sempre all’interno del proprio comune di residenza
No, consumare al tavolo è vietato. I locali restano aperti dalle 5 alle 22 (orario massimo consentito) per l’asporto
Sì, questa azione rientra tra le attività consentite
Sì, questa azione rientra tra le attività consentite
Sì, per per effettuare assistenza del veicolo, acquistarne uno nuovo, per una rottamazione o anche un test-drive
Sì, bisogna però munirsi dell’autocertificazione e bisogna recarsi nel punto vendita più vicino possibile
Sì, se gli articoli che si stanno cercando non ci sono nel proprio comune o il punto vendita verso cui ci si sta dirigendo presenti un’offerta economicamente più vantaggiosa
Sì, non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili
Sì, usando la mascherina e con la presenza del solo guidatore nella parte anteriore della vettura e di due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori
Sì, è considerato un motivo valido per uscire dal proprio comune di residenza
Sì, ma solo per porre rimedio a situazioni imprevedibili (crolli, rottura di impianti idraulici, effrazioni) e per il minimo tempo necessario
Sì, è considerato un motivo valido per uscire dal proprio comune di residenza
Sì, è considerato un motivo valido per uscire dal proprio comune di residenza
Sì, se non è possibile fare altrimenti. Il governo lo sconsiglia fortemente
Sì, restando nel proprio comune di residenza
Sì, anche se questa attività in presenza è sconsigliata dal governo
No, sono chiusi
No, sono chiusi
Sì, in quella più vicina alla propria abitazione, anche se è in un altro comune
Sì, restando nel proprio comune di residenza
Sì, è considerato un motivo valido
Sì, nel proprio comune di residenza, se è consentito
No, queste strutture sono chiuse. Rimangono aperte solo per chi deve effettuare specifici trattamenti fisioterapici
Sì, evitando qualsiasi tipo di assembramento e se questa attività non è stata espressamente vietata dal proprio Comune
Sì, questa motivazione rientra tra quelle considerate necessarie
Sì, anche se vivono in un altro comune
Sì, ma solo in situazioni di causa maggiore. Entrambi i genitori devono essere impossibilitati a tenere i figli. In ogni caso il governo lo sconsiglia fortemente
Sì, se il proprio figlio frequenta una classe inferiore alla seconda media. In questo caso, lo spostamento – anche in comune diverso da quello di residenza – rientra tra quelli consentiti
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