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Destra e sinistra devono ringraziare Silvio

Il Dardo, la rubrica di Guido Dellarovere

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E’ morto. Lui, il Silvio nazionale. Tutti in questi giorni ne hanno parlato, abbiamo sentito pronunziare di tutto sulla “prematura” dipartita del Berlusca. Sì, confermo “prematura”, dato che nell’immaginario collettivo l’idea era un po’ quella afferente alla Queen Elisabeth e che, di conseguenza, anche il “Cavaliere” fosse immortale.

Imprenditore eccezionale, ha cambiato la politica, ha cambiato la televisione, la comunicazione in generale e, chi ha fatto politica nell’ultimo trentennio, dovrebbe ringraziarlo. Vi spiego il mio punto di vista. E non credo di sbagliarmi sul perché in tantissimi dovrebbero esprimere riconoscenza nei suoi confronti.

I fidati “berluscones”, grazie a lui, sono passati da essere persone normalissime a personaggi influenti tanto da arrivare a ricoprire incarichi importanti, fino a sedere sui più prestigiosi scranni nazionali e internazionali. I “compagni”, sempre grazie a lui, hanno avuto la possibilità di ripescare un nemico su cui gettare i propri strali, cercando di combatterne il grande successo politico. I “giudici e i procuratori”, per trent’anni, si sono trovati tanto lavoro inutile (viste le varie assoluzioni) e tanti poi erano perfino presenti al suo funerale. Perbacco! Mica cose che capitano tutti i giorni…

I giornalisti di parte e gli avversari di ogni ordine e grado hanno scritto, nel bene e nel male, le sue gesta. Gli infami hanno avuto la possibilità di esternare al mondo la loro tipica caratteristica distintiva, ovvero quella di tradire la fiducia, la stima e i benefit ricevuti negli anni.

I resuscitati personaggetti politici, ormai finiti nel dimenticatoio e nell’oblio dell’indifferenza, cavalcandone la dipartita, sono usciti dalle loro cupe tane con dichiarazioni inutili e discutibili sull’opportunità o meno di istituire il lutto nazionale, scordandosi che Berlusconi è stato per tre volte primo ministro, senatore della Repubblica per un mandato e deputato della Repubblica per cinque mandati, presidente del consiglio europeo, ed europarlamentare per un mandato ma, soprattutto, il fondatore dell’unico movimento liberista in grado di contrastare una Sinistra che, anche grazie alla Magistratura, ha falcidiato la politica italiana negli anni novanta.

Ora che non c’è più lascerà eredi politici e imprenditoriali ma, appare chiaro ed evidente che non ci sarà mai più una figura rara, fuori dal comune, particolare, originale e unica come lui.

E qui, alle pendici del Mucrone, terra fertile del mondo italo forzuto, grazie a lui sono nate un paio di generazioni di fedelissimi che, tra la fine del vecchio secolo e il nuovo, “cavalcando il Cavaliere”, hanno raggiunto risultati strabilianti, arrivando a sfiorare il 40% dei consensi.
Grazie al suo movimento abbiamo un Ministro della Repubblica e diversi deputati e senatori, assessori e consiglieri regionali e a scendere Sindaci e amministratori vari.

Tutti, in qualche modo, dobbiamo dire grazie al Silvio nazionale. È stato triste constatare che le centinaia di biellesi che un tempo non lontano si spostavano con carovane di pullman per assistere ai suoi comizi, si siano ormai ridotti a qualche decina di persone venute a rendergli omaggio nei giorni scorsi nel Duomo di Biella.

Non è mai venuto a trovarci a Biella, è vero, ed è stato un peccato perché si è perso una bella occasione per conoscere e apprezzare il nostro territorio ma, sicuramente, tanta gente in propria coscienza dovrà ricordarsi che se si è seduta su qualche scranno è stato anche e soprattutto grazie a lui, benché ora sia passata dalla parte mancina.

Ed ora, come sicuramente i più fedeli si aspettano, vedremo se al terzo giorno lo ritroveremo ancora sorridente con il suo classico “cribbio mi consenta!” Ciao Cavaliere, che la terra ti sia lieve.

Guido Dellarovere

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