Seguici su

Attualità

C’era una volta un bar

Pubblicato

il

BIELLA – C’è un piccolo bar nel centro di Biella. Uno di quelli che fino a poche settimane fa preparavano caffè, servivano pasti nelle pause pranzo, miscelavano cocktail per gli aperitivi. Un locale ben avviato, gestito da due sorelle che, con cortesia, fatica e impegno, lo avevano rivitalizzato.

Ora le due sorelle hanno bisogno di riaprire, ma non sanno come: ogni scelta, comporta un investimento e dopo una chiusura di due mesi non si può sbagliare.

Puntare sui pasti da consumare fuori significa riorganizzarsi e comprare gli ingredienti necessari, avendo la forza di reggere il periodo di rodaggio del nuovo servizio.

Riavviare solo la caffetteria, significa dotare il locale di lastre in plexiglass, investendo su qualche maestranza in grado di installare tutte le schermature a norma.

E poi gli altri dubbi su possibili assembramenti di clienti che sorseggiano il caffè o addentano una pizzetta fuori dal locale o sulla reale distanza di sicurezza: per alcuni deve essere di un metro, mentre per altri almeno il doppio.

E per la sanificazione si deve pagare un servizio apposta o si può provvedere in autonomia?

Le uniche certezze sono che il giro di clienti diminuirà e che se sbagliano devono pagare una sanzione.

Le due sorelle sono come noi e come tutti i commercianti alle prese con regole confuse, complicate da troppi esperti estemporanei.

La grande assente è la politica a livello locale, regionale e nazionale che continua a celare le proprie responsabilità dietro consulenti chiamati con gerghi militareschi, delegittimando il proprio ruolo e negando un vero aiuto ai tanti bar, ristoranti, commercianti e palestre.

Le regole devono essere chiare, non interpretabili e una strada perseguibile sul territorio è quella di condividerle con gli enti deputati al controllo.

Stanziare fondi è una soluzione temporanea per preparare il terreno perché il lavoro possa ancora attecchire; ora si diano certezze alle aziende private perché un errore di investimento le porterebbe verso il baratro oppure nelle fauci dei giganti del franchising, o peggio ancora degli usurai, che potrebbero cannibalizzare i sogni di due sorelle che volevano gestire un bar.

Non è una favola, ma vorremmo che la sua morale fosse dettata dalla politica e non da una sorte spietata, perché a questo punto non basterebbe nemmeno Jeeg Robot.

Vittorio Barazzotto

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *