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Cassa integrazione: nel 2024 nel Biellese è cresciuta del 76%

Il segretario della Uil, Gianni Cortese: «Contro la crisi generalizzata un fondo europeo per lo sviluppo»

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Cassa integrazione: nel 2024 nel Biellese è cresciuta del 76%.

In Piemonte lo scorso anno sono state richieste 51.112.713 ore, in aumento del 64,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. E 1.372.016 ore dei fondi di solidarietà dell’Inps, che coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito, per un totale di 52.484.729 ore (+61,2%). A livello nazionale le ore autorizzate sono state 507.018.459, con un incremento del 20%.

Cassa integrazione: nel 2024 nel Biellese è cresciuta del 76%

Purtroppo il dato del Biellese è fortemente negativo. Secondo i dati della Uil regionale, rispetto ai dodici mesi precedenti la crisi del tessile ha comportato un aumento della cassa integrazione di oltre il 70%.

L’andamento nelle province, considerando solo la cassa, è il seguente: Novara +178%, Torino +103,1%, Biella +76,9%, Asti +42,9%, Vercelli +33,5%, Verbania -12,7%, Alessandria -17,3%, Cuneo -18,2%.

Torino, con 32.463.913 ore, si conferma anche nel 2024 provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Vicenza e Brescia.

Il commento del segretario UIL Piemonte, Gianni Cortese

«I dati relativi alla cassa integrazione, letti assieme ad altri indicatori economici, confermano le difficoltà attraversate lo scorso anno. Ricordo le tante crisi occupazionali, il calo della produzione industriale scesa dello 0,8%, le esportazioni ridimensionate del 4,9%. Il 2025, purtroppo, si annuncia foriero di forti preoccupazioni, a causa delle crescenti tensioni geopolitiche. Per l’automotive, come per altri settori investiti da trasformazioni, c’è bisogno di un approccio europeo basato sulla neutralità tecnologica. Affinché le scelte industriali e produttive non penalizzino l’occupazione e favoriscano una transizione giusta. Finora l’Unione Europea si è concentrata prevalentemente su regolamentazioni e restrizioni, senza un adeguato supporto finanziario».

«Ora, secondo noi della UIL, dovrebbe assumersi la responsabilità di guidare il cambiamento attraverso la creazione di un grande fondo sovrano. Un “Fondo Sure in Transition”, con una dotazione importante di miliardi di euro, destinato all’innovazione, alla ricerca e alla tutela dell’occupazione. Parliamo di strumenti simili al programma Sure – previsto durante la pandemia – di cui ci sarebbe bisogno per garantire anche la continuità occupazionale e la tenuta del tessuto sociale. Sostenendo la riqualificazione professionale dei lavoratori e delle lavoratrici».
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