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Basta fare i buonisti con i balordi che distruggono le tombe e devastano il Biellese

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Mettiamoci il cuore nei grandi eventi biellesi. Gli alpini biellesi hanno penato per decenni per riuscire a portare la grande Adunata delle gloriose penne nere a Biella e poi, tutto si esaurisce con il metallico fragore dei registratori di cassa? 

Due episodi di becero vandalismo. Ed entrambi che sono andati a colpire, nel volgere di pochi giorni, siti destinati a diverse dimensioni spirituali che pur non rifacendosi allo stesso credo, esigono tutela e rispetto perché rappresentano i valori e la sensibilità di tante persone.

Il primo di questi fatti esecrabili è avvenuto a Sostegno ove, alcune notti or sono, un ventenne alterato dall’alcol è penetrato all’interno del cimitero distruggendo, senza un perché, una quindicina di tombe. Gli inquirenti in pochi giorni hanno individuato il responsabile di questa grave incursione.

Il secondo episodio è avvenuto poche notti dopo al parco Arcobaleno di Masserano ove si svolge annualmente la festa di Beltane, ricostruzione storica che si rifà alla tradizione celtica. All’interno del parco si trovano alcuni angoli riservati a riti d’ispirazione pagana che sono stati pesantemente danneggiati dalle incursioni di un branco di vandali i quali, non contenti delle loro azioni, hanno ritenuto un valore aggiunto quello di defecare sulle lapidi .

Lapidi commemorative che ricordano due giovani prematuramente scomparsi, membri dell’associazione che si occupa dell’organizzazione della festa. In entrambi i casi ci troviamo al cospetto di episodi di gravità inaudita. E forse è ora di smetterla con l’accondiscendenza buonista che tenta di spacciare per “bravate” o “ragazzate” fatti che configurano reati contemplati dalla legge e per questo perseguibili. Quali siano gli istinti ispiratori di simili gesti non sarà dato saperlo, ma certo la cultura ciecamente materialista di questi anni e l’incapacità di restituire la speranza ai più giovani, passando anche attraverso la fede o comunque la ricerca di una dimensione spirituale, sta alimentando una deriva sociale estremamente pericolosa.

Gli alibi dell’incoscienza dovuta all’alcol o all’uso di sostanze non possono essere un’attenuante, dovrebbero anzi rappresentare un’aggravante. I fatti accaduti le scorse notti, ma anche in tempi meno recenti (le lordure alle stazioni della funicolare del Piazzo, i gravi danni alla passeggiata degli alpini di Candelo di qualche tempo fa, le devastazioni alle strutture di diversi parchi riservati ai bimbi) impongono maggiori sistemi di sorveglianza e pene severe nei confronti degli autori di queste spedizioni di ignoranza e di viltà.

La comunità, in un periodo come quello che stiamo attraversando, non può farsi carico anche delle frustrazioni di qualche balordo.
Giorgio Pezzana

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