Seguici su

Attualità

Asilo degli orrori: “Sono mancati i controlli”

Pubblicato

il

Asilo maltrattamenti il sindacato degli Psicologi è chiaro: “Non si fanno i controlli obbligatori”

Asilo maltrattamenti prevenzione zero

Nell’articolo sui commenti postati su Facebook avevamo già accennato al problema della prevenzione. Ovvero al fatto che mentre i privati sono obbligati ai sensi della normativa della sicurezza sul lavoro, a far redigere un apposito documento di rischio legato alle condizioni psicologiche sul posto di lavoro. Ora arriva questa nota in cui il sindacato degli psicologi italiani. Nota in cui si spiega molto bene cosa le scuole, ma anche altre realtà del pubblico, dovrebbero fare in termini di valutazione dello stress correlato al lavoro, ma non fanno. Perché la Legge 81 sulla sicurezza del Lavoro (proprio come per le deroghe per gli edifici non a norma) si applica senza deroghe al privato… ma non al carrozzone pubblico…

“L’ennesimo episodio di violenza nei confronti dei bambini da parte delle insegnanti, questa volta in una scuola di Vercelli, ci pone davanti a una emergenza più grande, l’assenza di prevenzione nei luoghi della formazione dei nostri ragazzi”.

A parlare in un comunicato è Mario Sellini, segretario generale del sindacato degli psicologi italiani (Aupi) e presidente della società scientifica Form-Aupi.

Lo stress correlato, cos’è?

“Ma ci siamo chiesti – continua – perché accadono episodi del genere?

E cosa bisogna fare per prevenire?

Esiste una legge che obbliga il datore di lavoro a verificare la presenza dello stress correlato. Questa legge va applicata in tutti i contesti lavorativi, compresa la scuola. Ma ciò non accade, quasi mai e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”.
“Lungi dal voler criminalizzare una categoria, dobbiamo evidenziare che è possibile evitare tutto questo. E’ possibile intervenire e prevenire. Quando entra in campo la Magistratura è già troppo tardi”.

Contrari alle telecamere

Sellini affronta poi un altro aspetto segnalato da tanti commenti.
“Noi siamo fermamente contrari all’uso delle telecamere in classe perché non siamo dei controllori e sappiamo che nella categoria insegnanti ci sono soprattutto validi professionisti. Le telecamere vanno bene per individuare i reati. Non servono a fare prevenzione. Il modo per fare prevenzione però esiste. Abbiamo gli strumenti ed il Parlamento ha approvato una legge che consente una efficace quanto obbligatoria opera di prevenzione”.

Leggi anche:  Giocattolo killer ritirato dal mercato

Cosa andrebbe fatto

Il segretario generale Aupi chiede insomma se in quella scuola è mai stata applicata la legge che obbliga il datore di lavoro a verificare la presenza di stress lavoro correlato.

E la dirigente scolastica Ferdinanda Chiarello, rispondendo a Federica Panicucci di “Mattino 5″ su Canale 5 venerdì 24 novembre, ha proprio ammesso che i controlli medici li possono fare sul personale non insegnante, ma non sulle maestre…

“La scuola è l’ambiente che produce moltissimo stress. I ritmi di lavoro sono incalzanti – aggiunge ancora Sellini – i compiti assegnati alle insegnanti sempre più gravosi e spesso manca anche la collaborazione delle famiglie, oberate da mille problemi. La scuola non può essere considerata la cenerentola del sistema di welfare né il contenitore nel quale riversare tutte le problematiche delle famiglie e della società. Si sta discutendo dei mestieri usuranti e non si tiene conto che un mestiere, una professione è usurante non solo dal punto di vista fisico, ma anche e forse più sul piano psicologico. Ma prima di arrivare alle violenze perché non si è misurato il livello di benessere scolastico? Perché, come la legge impone, non si è lavorato sulla prevenzione dello stress? Sicuramente sarebbero emerse delle anomalie il che avrebbe consentito di correre ai ripari e prevenire quanto accaduto”.

“La violenza è sempre un fatto da condannare – conclude Sellini – soprattutto quando coinvolge i bambini. Ma le responsabilità sono solamente delle maestre coinvolte? In quella scuola è stata applicata la legge che impone la verifica dello stress lavoro correlato? Tutto quello che è successo, e non è la prima volta che accade, si poteva prevenire con uno strumento semplice e con il supporto degli psicologi. Ci auguriamo che dopo il clamore mediatico, chi deve intervenire per far applicare la legge, lo faccia, e presto, senza attendere il prossimo scandalo”

Asilo maltrattamenti il sindacato degli Psicologi è chiaro: “Non si fanno i controlli obbligatori”

Asilo maltrattamenti prevenzione zero

Nell’articolo sui commenti postati su Facebook avevamo già accennato al problema della prevenzione. Ovvero al fatto che mentre i privati sono obbligati ai sensi della normativa della sicurezza sul lavoro, a far redigere un apposito documento di rischio legato alle condizioni psicologiche sul posto di lavoro. Ora arriva questa nota in cui il sindacato degli psicologi italiani. Nota in cui si spiega molto bene cosa le scuole, ma anche altre realtà del pubblico, dovrebbero fare in termini di valutazione dello stress correlato al lavoro, ma non fanno. Perché la Legge 81 sulla sicurezza del Lavoro (proprio come per le deroghe per gli edifici non a norma) si applica senza deroghe al privato… ma non al carrozzone pubblico…

“L’ennesimo episodio di violenza nei confronti dei bambini da parte delle insegnanti, questa volta in una scuola di Vercelli, ci pone davanti a una emergenza più grande, l’assenza di prevenzione nei luoghi della formazione dei nostri ragazzi”.

A parlare in un comunicato è Mario Sellini, segretario generale del sindacato degli psicologi italiani (Aupi) e presidente della società scientifica Form-Aupi.

Lo stress correlato, cos’è?

“Ma ci siamo chiesti – continua – perché accadono episodi del genere?

E cosa bisogna fare per prevenire?

Esiste una legge che obbliga il datore di lavoro a verificare la presenza dello stress correlato. Questa legge va applicata in tutti i contesti lavorativi, compresa la scuola. Ma ciò non accade, quasi mai e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”.
“Lungi dal voler criminalizzare una categoria, dobbiamo evidenziare che è possibile evitare tutto questo. E’ possibile intervenire e prevenire. Quando entra in campo la Magistratura è già troppo tardi”.

Contrari alle telecamere

Sellini affronta poi un altro aspetto segnalato da tanti commenti.
“Noi siamo fermamente contrari all’uso delle telecamere in classe perché non siamo dei controllori e sappiamo che nella categoria insegnanti ci sono soprattutto validi professionisti. Le telecamere vanno bene per individuare i reati. Non servono a fare prevenzione. Il modo per fare prevenzione però esiste. Abbiamo gli strumenti ed il Parlamento ha approvato una legge che consente una efficace quanto obbligatoria opera di prevenzione”.

Leggi anche:  Giocattolo killer ritirato dal mercato

Cosa andrebbe fatto

Il segretario generale Aupi chiede insomma se in quella scuola è mai stata applicata la legge che obbliga il datore di lavoro a verificare la presenza di stress lavoro correlato.

E la dirigente scolastica Ferdinanda Chiarello, rispondendo a Federica Panicucci di “Mattino 5″ su Canale 5 venerdì 24 novembre, ha proprio ammesso che i controlli medici li possono fare sul personale non insegnante, ma non sulle maestre…

“La scuola è l’ambiente che produce moltissimo stress. I ritmi di lavoro sono incalzanti – aggiunge ancora Sellini – i compiti assegnati alle insegnanti sempre più gravosi e spesso manca anche la collaborazione delle famiglie, oberate da mille problemi. La scuola non può essere considerata la cenerentola del sistema di welfare né il contenitore nel quale riversare tutte le problematiche delle famiglie e della società. Si sta discutendo dei mestieri usuranti e non si tiene conto che un mestiere, una professione è usurante non solo dal punto di vista fisico, ma anche e forse più sul piano psicologico. Ma prima di arrivare alle violenze perché non si è misurato il livello di benessere scolastico? Perché, come la legge impone, non si è lavorato sulla prevenzione dello stress? Sicuramente sarebbero emerse delle anomalie il che avrebbe consentito di correre ai ripari e prevenire quanto accaduto”.

“La violenza è sempre un fatto da condannare – conclude Sellini – soprattutto quando coinvolge i bambini. Ma le responsabilità sono solamente delle maestre coinvolte? In quella scuola è stata applicata la legge che impone la verifica dello stress lavoro correlato? Tutto quello che è successo, e non è la prima volta che accade, si poteva prevenire con uno strumento semplice e con il supporto degli psicologi. Ci auguriamo che dopo il clamore mediatico, chi deve intervenire per far applicare la legge, lo faccia, e presto, senza attendere il prossimo scandalo”

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook