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Alla partita con bastoni nascosti nelle bandiere

Arrivano 23 Daspo e 18 denunce dopo Pro Vercelli-Pro Patria

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Alla partita con bastoni nascosti nelle bandiere

Alla partita con bastoni nascosti nelle bandiere

La Polizia di Stato di Vercelli  è intervenuta in maniera decisa per contrastare le azioni improntate all’illegalità che, lo scorso 12 Aprile a Vercelli, in occasione dell’incontro di calcio “Pro Vercelli – Pro Patria”, svoltosi presso lo stadio “Silvio Piola”, hanno determinino situazioni di concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il Questore della provincia di Vercelli ha, pertanto, adottato 23 provvedimenti di divieto di accesso a manifestazioni sportive (D.A.Spo) nei confronti di altrettanti tifosi ultras della Pro Patria, due dei quali minorenni.
Questi ultimi, in occasione del predetto incontro di calcio, dopo essere giunti nel capoluogo con modalità differenti da quelle comunicate, con il chiaro intento di sfuggire al controllo delle Forze dell’Ordine, si erano radunati nei pressi di un bar cittadino, ove si erano muniti di oggetti atti ad offendere, realizzati artigianalmente in maniera da poter apparire prima facie delle bandiere e ivi trasportati da due sodali con una autovettura, per poi intraprendere un corteo non autorizzato, intonando cori ingiuriosi e tenendo comportamenti provocatori tesi alla ricerca di occasioni di scontro con la tifoseria locale.

Tentativi di mediazione

Risultati vani i numerosi tentativi di mediazione, solo la fisica frapposizione delle Forze dell'Ordine, impiegate nel servizio di ordine e sicurezza pubblica, aveva consentito di bloccarli e condurli allo stadio evitando che si avvicinassero alle aree frequentate dai tifosi della Pro Vercelli e che ne scaturissero scontri tra le opposte fazioni. La protervia del predetto gruppo si era manifestata anche in occasione del deflusso, quando pure i predetti, in gruppo compatto e sempre con atteggiamenti provocatori, si erano incamminati verso la stazione, rendendo nuovamente necessario un attento servizio di scorta e vigilanza sino alla partenza del treno diretto a Magenta, ove avevano lasciato i rispettivi autoveicoli.

Indagini

Alla luce di tali fatti, la DIGOS ha avviato una meticolosa e complessa attività di ricostruzione delle singole condotte, avvalendosi del prezioso supporto delle riprese effettuate dal personale della Polizia Scientifica, oltre che delle telecamere del sistema di
videosorveglianza cittadino e degli scali ferroviari di Magenta e Vercelli, riuscendo, grazie anche alla collaborazione di personale del Commissariato di Busto Arsizio (VA), ad identificare ciascun autore delle stesse.
Quindi, all’esito di un’accurata attività istruttoria della Divisione Polizia Anticrimine, nei confronti degli ultras della Pro Patria identificati è stato adottato il provvedimento inibitorio di D.A.Spo., dalla durata variabile da 1 a 5 anni, in relazione sia alla gravità dalle condotte poste in essere da ciascuno che alla sussistenza o meno di pregiudizi in carico agli stessi, con il conseguente divieto di accedere agli impianti sportivi del territorio nazionale e degli stati membri dell’Unione Europea, ove si disputeranno manifestazioni calcistiche, anche
amichevoli.
Nel contempo, la DIGOS ha deferito in stato di libertà 18 dei predetti tifosi ultras, per essere stati trovati in possesso, nei luoghi interessati dalla manifestazione sportiva, di oggetti atti ad offendere, segnatamente bastoni della lunghezza di circa 80 cm., realizzati con tubi di
plastica rigida, verosimilmente di uso idraulico, attorno ai quali erano stati avvolti drappi di
stoffa bianca, a simulare delle bandiere, ma privi di qualsivoglia scritta o immagine e fissati
con nastro su entrambe le estremità, alcune delle quali sottoposte a sequestro, unitamente a
fumogeni ed artifizi pirotecnici, abbandonati lungo il tragitto.
È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di
delitto e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo
l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio
costituzionale di presunzione di non colpevolezza.

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